La piattaforma (7) diciamo si…

  • March 8, 2014 07:00

Per la tutela dei posti di lavoro.

Non è accettabile che vengano prodotti nuovi bandi di appalto che riducano i servizi alla cittadinanza o addirittura prestino i medesimi servizi… ma con meno personale o con inquadramenti e salari più bassi! Questi appalti vanno boicottati in tutti i modi, contestando i politici e i funzionari che li promuovono e le organizzazioni sociali e sindacali che li accettano.

In casi estremi, eventuali perdite di posti di lavoro devono essere ammortizzate utilizzando la cassa integrazione in deroga e i contratti di solidarietà. Ogni posto di lavoro dev’essere difeso!

Per la parità contrattuale e salariale e il rifiuto delle esternalizzazioni

Non è accettabile che lavoratrici e lavoratori del privato sociale vengano retribuiti anche 3-400 euro in meno dei dipendenti pubblici ed abbiano norme contattuali molto peggiori. Non è accettabile che interi servizi o settori gestiti dagli enti Pubblici vengano dati da gestire ai privati mediante appalti, accreditamenti, concessioni o altre forme di esternalizzazione. Questo, lo sappiamo, è solo un modo per peggiorare le condizioni del servizio e di chi lavora, togliendo soldi e tutele. Chiediamo invece regole certe e l’unificazione dei 17 contratti diversi che si applicano nel privato sociale. Tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore devono avere un solo CCNL: il contratto del pubblico impiego nelle sue articolazioni della Sanità e degli Enti Locali, perché la nostra è una funzione di pubblica utilità e di pubblico servizio, in cui svolgiamo lo stesso lavoro di un collega pubblico dipendente, anzi : spesso di più!

Come prima misura chiediamo aumenti salariali tali da parificare i contratti del privato sociale a quelli pubblici di pari livello.

Per l’applicazione delle leggi sul lavoro, sempre.

Ultimamente, con una interpretazione truffaldina e autoritaria delle leggi, molti tribunali stanno trasferendo la competenza sulle vertenze di lavoro all’interno delle cooperative dalla sezione “cause di lavoro” a quella “cause societarie”, con la scusa che si tratterebbe di litigi tra soci. Peccato che le cause societarie abbiano un costo altissimo e durino anni. In questo modo si toglie di fatto a chi lavora nelle cooperative il diritto alla tutela legale. Questa prassi deve cessare immediatamente, insieme a quella di usare l’esclusione come forma “astuta” di licenziamento, come stanno facendo alcune cooperative.