La piattaforma (8)…infine ma non solo

  • March 9, 2014 07:01

Contro la precarietà

Essendosi ormai per lo più trasformate in “aziende come tutte le altre”, grazie al ruolo pessimo dei loro attuali dirigenti, le organizzazioni sociali, purtroppo, non si distinguono per coerenza nemmeno nella lotta contro la precarietà. La forma normale del contratto di lavoro nelle organizzazioni sociali dovrebbe essere quella del tempo indeterminato che – eventualmente – cesserà nel caso cessi il servizio in cui si opera. Per questo chiediamo:

  1. che non si usino i Contratti a progetto. Se proprio necessario, l’attuale legislazione prevede forme contrattuali di lavoro subordinato atipiche come i contratti a tempo determinato nel caso in cui vi siano le causali previste dalla legge: picco produttivo, esigenze tecniche, sostituzione di lavoratori come ad es. maternità). Tali contratti permettono a differenza dei contratti a progetto di godere della disoccupazione oltre a garantire una retribuzione pari ai lavoratori subordinati a tempo indeterminato.
  2. Che non ci sia nessun tipo di assunzione a termine, a progetto, voucher o altro mentre ci sono lavoratrici o lavoratori in attesa di ricollocazione, in cassa integrazione o altro (come peraltro prescrive la legge).

Contro la giungla dei titoli di studio

Nell’arco di un ventennio la definizione dei percorsi formativi necessari a svolgere il nostro lavoro ha subito tali e tante modifiche da diventare una giungla, soltanto a vantaggio delle baronie universitarie tra le quali, ovviamente, ha fatto la parte del leone il potere medico. D’altronde questo accompagna sia i tentativi di controriforma della psichiatria, la deriva medicalizzante del lavoro sociale, la privatizzazione dei servizi di cura che molto spesso hanno come protagonisti e comprimari interessi privati in ambito sanitario. Noi chiediamo:

  1. Una semplificazione dei titoli di studio e l’eliminazione dei doppioni (come le molteplici lauree e titoli da educatore ecc.)
  2. Una forte valorizzazione dell’ esperienza maturata nei ruoli e nei servizi
  3. La possibilità di fruire di periodi retribuiti per acquisire nuove competenze, specializzazioni ecc.
  4. La valorizzazione della dimensione relazionale in ogni ambito dei lavori di cura, a cominciare dagli iter e skill formativi.

Dobbiamo ritrovare la solidarietà tra noi, che è la base del cooperativismo e del lavoro sociale.

Gli operatori sociali rivolgono prevalentemente la propria solidarietà ai soli utenti e poco verso i colleghi e la propria categoria.

Chi lavora nei servizi deve imparare a non sentirsi solo, In tutte le occasioni in cui una équipe o un collega si trova in una situazione problematica, quando le èquipe di lavoro sono investite da perdite o riduzioni di lavoro, quando un/a collega viene preso di mira e/o mobbizzato, quando ci sono litigi nelle équipe… Dovremmo re-imparare a solidarizzare nei servizi, ricordandoci che cooperazione vuol dire solidarietà concreta e fare insieme!

Quando il committente ci sta mettendo sotto pressione, quando istituzioni e sistema delle cooperative sembrano blindati nel negarci salario e dignità… dovremmo re-imparare a solidarizzare tra operatori e operatrici, ricordando che il sociale è di tutti, anzi, che il sociale siamo noi, e che loro possono tenerci sotto soltanto facendosi forti della nostra divisione, passività, paura e della nostra mancanza di solidarietà.

Per la piena applicazione delle regole legali e contrattuali

Troppo spesso le organizzazioni del privato sociale, sia non-profit che profit, invece di rispettare leggi e contratti, si rifanno le regole a loro vantaggio. Secondo la legge 142, i regolamenti interni delle cooperative, le procedure, le direttive non possono andare né contro le leggi, né contro il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Invece troppo spesso qesto accade. E’ perciò necessaria una vertenzialità aziendale costante per ottenere almeno il rispetto delle leggi e dei contratti esistenti. Possiamo qui fare solo qualche esempio, perché la casistica è sterminata:

  1. Lavoro notturno: l’operatore che svolge la propria attività lavorativa nella fascia oraria compresa tra le 22:00 e le 06:00 dovrà percepire le maggiorazioni corrispondenti e comunque proporzionate alle responsabilità dello stesso. L’applicazine delle cosiddette “notti passive” è illegale.
  2. Reperibilità:

come in qualsiasi posto di lavoro normale, è previsto dal CCNL che dove ci sia bisogno di reperibilità (es. sostituzioni nei servizi residenziali o semiresidenziali) questa debba essere retribuita 1,55 all’ora per un minimo di 4 ore. La reperibilità non può essere gratuita.

Cambi di gestione:

  1. nelle gare d’appalto deve essere sempre prevista una clausola di salvaguardia corrispondente all’articolo 37 CCNL Coop.Sociali che prevede l’obbligo, per l’ente subentrante, di integrare il personale già operante nel servizio, affinchè tale obbligo sia esteso a qualsiasi tipologia di società vinca la gara.
  2. fermo restando l’obbligo di assunzione da parte del subentrante, in caso di modifica e riduzione del capitolato d’appalto, gli operatori in esubero, individuati secondo i criteri di cui alla L. 223/91, dovranno rimanere in carico alla cooperativa uscente, con il mantenimento della retribuzione e di tutti i diritti acquisiti;
  3. Orario, straordinari, banca ore.

La cosiddetta “banca ore” è stata prevalentemente utilizzata come strumento per non retribuire integralmente il lavoro delle persone. Pur riconoscendo che spetta ai/alle colleghi/e di ciascuna azienda la decisione sul mantenimento o meno di questa forma, ci sono dei principi inderogabili:

  1. Ciascuno/a dovrà essere retribuito per l’orario indicato dalla lettera di assunzione, fermo restando il pagamento del lavoro supplementare e straordinario, anche nelle ipotesi in cui, per carenze organizzative del servizio, presti la propria attività per un monte ore inferiore.
  2. Le ore eccedenti il suo orario svolte da un part-time dovranno essere retribuite con la maggiorazione prevista per il “lavoro supplementare”.
  3. Eventuali “recuperi ore” sono da effettuarsi su richiesta del lavoratore/lavoratrice in modo concordato e non per scelta unilaterale dell’azienda.

Contratti part-time:

nei contratti part-time devono sempre essere specificate in maniera puntuale la collocazione oraria, giornaliera, mensile, annuale della prestazione lavorativa. Tale specificazione permette al lavoratore di organizzarsi e, quindi, di poter svolgere in regime di part-time un’altra attività.La variazione del monte ore del part-time non può avvenire per decisione unilaterale della cooperativa. Un part-time, come da CCNL, deve essere minimo di 12 ore settimanali e 52 mensili;

Sicurezza:

deve essere sempre garantita la integrità psico-fisica del lavoratore/trice, sia attraverso misure – obbligatorie per legge – di tutela della salute fisica (ausili, sollevatori ecc.), sia misure di tutela dallo stress-lavoro correlato (monitoraggi, supervisioni ecc.)

Qualità di socio

La lavoratrice e il lavoratore devono essere liberi di scegliere se aderire alla richiesta di diventare socio oppure no, senza che questo comporti ricatti o minacce riguardo al posto di lavoro o altro. A questo proposito devono ricevere adeguata informazione.

Riconoscimento come lavoro usurante

il lavoro di relazione con persone sofferenti, svolto spesso in servizi residenziali o semiresidenziali con turni sulle 24 ore è estremamente faticoso e usurante, al punto che in altri paesi europei gli/le operatori/trici possono spesso usufruire di periodi sabbatici e/o di studio e riqualificazione. Chiediamo:

  1. Organici adeguati per i servizi;
  2. Un rigoroso rispetto delle regole sulla turnazione, gli orari di lavoro, i riposi ecc.;
  3. Che si avvi un percorso per il riconoscimento delle caratteristiche usuranti del nostro lavoro con le relative conseguenze.