General
ASSEMBLEA NAZIONALE WEB 2 NOVEMBRE
Per discutere insieme dello SCIOPERO NAZIONALE DEL 13 NOVEMBRE e per organizzare le mobilitazioni nelle varie città del paese partecipa alla WEB CONFERENCE di LUNEDI 2 NOVEMBRE ORE 20:00
intersindacale.operatorisociali@gmail.com
e sarà inviato il link per l’accesso a Zoom.
https://www.facebook.com/events/672586586701809
SCIOPERO NAZIONALE 13 NOVEMBRE
100% salute, salario, dignità
SCIOPERO NAZIONALE
OPERATRICI OPERATORI SOCIALI
Venerdì 13 Novembre 2020
Esternalizzazioni con appalti al massimo ribasso e l’applicazione dei contratti del privato sociale, sono meccanismi che continuano a peggiorare la qualità dei servizi, la continuità della presa in carico e della cura e le condizioni di lavoro di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori in Italia.
Contratti ciclici, riduzione di orario, discontinuità di salario, impossibilità di accedere a forme di integrazione del reddito, ammortizzatori sociali che coprono non più del 50% della retribuzione, ore di equipe e programmazione non riconosciute, sono alcuni degli aspetti problematici e strutturali che questa crisi, non solo sanitaria, sta portando alla luce in maniera preponderante in tutti i Servizi socio-educativi e socio-sanitari.
Lo stesso vale anche in tema di tutela della salute e sicurezza nei Servizi; in questi mesi moltissime operatrici e operatori hanno continuato a prestare servizio in situazioni totalmente a rischio, per sé, per gli utenti e per la salute di tutti, per mancanza di DPI e di adeguata stesura e applicazione dei protocolli d’intervento, con rimpalli continui tra Enti pubblici ed Enti privati gestori.
Salute, salari, riconoscimento professionale sono stati attaccati da scelte politiche istituzionali discriminatorie che hanno eroso diritti sia all’utenza che alle lavoratrici e lavoratori, con ingiustificate differenze da territorio a territorio, da Servizio a Servizio, complici governo centrale, enti locali ed enti gestori.
Le numerose assemblee fatte in questi mesi con operatrici e operatori di tutto il paese ci hanno portato, il 12 settembre a Bologna, in occasione di un’assemblea della Rete Nazionale Intersindacale, a dichiarare lo stato di mobilitazione permanente e decidere di costruire dal basso questa giornata di sciopero nazionale e definire proposte per contrastare la mercificazione del welfare e dei servizi sociali:
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Costruire un processo di re-internalizzazione dei Servizi socioeducativi e sociosanitari e dei lavoratori/lavoratrici per una gestione pubblica e non appaltata.
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Superamento della frammentazione contrattuale per l’unificazione in un unico contratto di categoria a livello del pubblico impiego.
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100% della retribuzione anche in caso di sospensione, rimodulazione dei Servizi, didattica a distanza e utilizzo degli ammortizzatori sociali;
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Riconoscerci attori importanti nella costruzione di ponti e progetti di autonomia ed emancipazione, personale e sociale, a partire dai soggetti più fragili; portare avanti una reale ricomposizione di categoria e unificazione delle figure professionali a partire dal ruolo sociale e lavorativo che svolgiamo.
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Difendere il diritto alla salute e alla sicurezza all’interno dei Servizi, per utenti e operatrici/operatori; investimenti sulla manutenzione delle strutture e delle scuole; adeguatezza degli strumenti di lavoro, dei protocolli e dispositivi di protezione.
Organizziamoci in ogni Servizio e in ogni territorio.
COBAS Coop Sociali Roma
COBAS AsacomScuola
COBAS Lavoro privato
COMITATO romano AEC
ADL COBAS
SINDACATO Generale di Base SGB
SIAL COBAS
EDUCATORI e operatori sociali Monza e Brianza
EDUKI – Collettivo educatrici educatori Reggio Emilia
RETE educatori/educatrici Rimini
SOCIAL WORKERS
Educatori contro i tagli
ASSEMBLEA Autoconvocata lavoratori/trici del sociale (FI)
USI-CIT Educazione
USI-CIT Cooperative sociali
RSA USI Consorzio Servizi Sociali Olgiatese
RETE Operatori sociali La Spezia
OPERATORI Sociali Autorganizzati (PG)
CLAP
SINALP Operatori Sociali Sicilia
Operatori Sociali Mantova
CUB SANITA’ Segreteria Nazionale
EVENTO FB da promuovere al link: https://www.facebook.com/events/358070525429124
12 SETTEMBRE 2020 BOLOGNA: ASSEMBLEA NAZIONALE OPERATRICI OPERATORI SOCIALI
VADEMECUM salute e sicurezza
Nell’Italia del Covid-19, degli “eroi” in corsia e della scoperta da parte degli Italiani dei tagli traumatici che la politica, in tutte le sue espressioni, negli ultimi 30 anni ha praticato in tutti i servizi pubblici, Sanità in primis, esiste un settore, che è cresciuto in modo considerevole. Esistono circa 340 mila istituzioni non profit, oltre 5 milioni di volontari e 788 mila dipendenti, da meritare un capitolo a parte nella leggenda della economia: il Terzo Settore. Questa area del sistema di protezione sociale, sin dal primo DPCM, è stata investita dal governo, del ruolo di gestore dei servizi essenziali e re-inventore di servizi alternativi a distanza per i servizi sospesi, come scuole, centri diurni anziani ed Handicap. Tali servizi sono considerati talmente essenziali che vengono trattati differentemente da regione a regione. Gli operatori vengono pagati tra i 5 ed i 10 euro l’ora, lordi, e i servizi si assegnano attraverso i bandi che, a proposito di essenzialità, in caso di mancata disponibilità di fondi da parte degli enti, possono prevederne la chiusura. Le lavoratrici e i lavoratori in questione, da anni, lottano per segnalare tali condizioni di lavoro non dignitose, rese ancora più complesse, dall’emergenza Covid-19. L’emergenza ha portato alla luce, non ancora sui mass media, se non per casi di cronaca, le difficili condizioni nelle quali siamo costretti ad eseguire la nostra attività lavorativa. Con la mancanza di Dvr adeguati, i rischi a cui siamo esposti sono: l’assenza di politiche di prevenzione, limitate condizioni di sicurezza, fornitura di Dpi spesso inidonei, scarsità di formazione ed addestramento, se non a macchia di leopardo, in base alle capacità dei lavoratori e delle lavoratrici di imporne l’organizzazione. Per questo, come rete intersindacale e rete nazionale educatori ed educatrici, proviamo a dare e a darci 6 pratici consigli per lavorare in SICUREZZA.
– VADEMECUM PER OPERATORI SOCIALI –
- Di chi è la responsabilità della salute e della sicurezza sul posto di lavoro?
La responsabilità del rispetto delle norme, di salute e sicurezza, negli ambienti di lavoro, in primo luogo spetta al datore di lavoro, come previsto dal testo unico 81/08 e successive modificazioni. Il datore di lavoro tramite la stesura del DVR, il documento di valutazione dei rischi, deve valutare i fattori di rischio, elencare le forme di prevenzione, formazione,addestramento ed in ultimo anche i Dpi che mette a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici per svolgere le mansioni. Nomina il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione che aiuta il Datore di Lavoro nel coordinare il servizio di prevenzione e protezione. Alla figura del preposto spetta segnalare tempestivamente al datore di lavoro (o al dirigente) le deficienze dei mezzi, delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, così come ogni condizione di pericolo che si verifichi durante l’attività lavorativa. Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza deve segnalare immediatamente le deficienze dei mezzi e dei dispositivi, l’utilizzare corretto delle attrezzature di lavoro, qualsiasi eventuale condizione di pericolo grave e incombente di cui sia venuto direttamente a conoscenza o di cui abbia ricevuto notizie dai colleghi. In quanto
RLS deve adoperarsi anche direttamente, in caso di urgenza, sempre nell’ambito delle proprie competenze e possibilità, alla sua eliminazione o riduzione.
- Chi mi deve fornire i DPI adeguati allo svolgimento della prestazione?
Guanti, mascherine, copri-scarpe, camici e tutti gli altri DPI, conformi alle disposizioni vigenti nei protocolli, devono essere forniti dal datore di lavoro in quanto responsabile della sicurezza nei luoghi di lavoro che deve mettere a disposizione anche le strategie preventive (sanificazione, interventi concordati per mantenere la distanza sociale).
- Cosa mi comporto se non mi vengono forniti DPI idonei o mi trovo in situazione di
pericolo? Faccio riferimento alle indicazioni aziendali riguardanti la gestione delle emergenze. Sapendo che posso abbandonare il luogo di lavoro (art. 2 della L. 146/90,Possibilità di indire uno sciopero senza preavviso e L. 81/08 Art 44) per un pericolo grave,immediato e non evitabile. Su i Dispositivi di Protezione Individuale posso fare segnalazione formale al RLS (Rappresentante Lavoratori sulla Sicurezza) aziendale e al RSPP ( Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione). Nel caso l’RLS non risponda in modo soddisfacente o non sia presente nella mia azienda, posso contattare l’RLST (Rappresentante Lavoratori sulla Sicurezza Territoriale), in caso di mancate o inefficaci risposte, mi rivolgo agli uffici dell’ASL di competenza,Spresal (Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro). In ogni azienda, i lavoratori e le lavoratrici, possono eleggere i propri rappresentanti Rls; in caso non fossero presenti in azienda ci si può rivolgere al rappresentante dei lavoratori territoriale. Per cui in caso di dubbi o per una domanda specifica, rivolgersi agli Rls aziendali o eventualmente a quelli territoriali.
- Come mi comporto se percepisco cambiamenti delle condizioni di salute dell’utente o
delle persone conviventi? Eventuali condizioni di pericolo immediato devono essere segnalate subito all’azienda, allontanandosi dal luogo di lavoro e nel caso di mancata osservanza delle leggi, denunciato a tutte le autorità competenti, evidenziando la mancata tutela della salute e della sicurezza e delle normative italiane ed europee (D. Lgs. 81 2008, art. 2087 codice civile e in applicazione Direttive Ue);
- Come gestisco le comunicazioni, anche improvvise, col mio datore di lavoro?
Nel caso di una comunicazione urgente, in primo luogo si comunica telefonicamente. Nel caso di assenza di una risposta si procede in forma scritta tramite mail o fax. Questa è un’indicazione generale che vale sempre e a maggior ragione durante l’attuale emergenza, come strumento di ulteriore tutela se si dovessero verificare successive controversie tra me e il datore di lavoro.
– Rete Intersindacale e Rete Nazionale Operatori e Operatrici Sociali –
100% DIGNITA’ 100% SALUTE 100% SALARIO
SERVIZI SOCIALI ESTERNALIZZATI: Vogliamo il 100% di Dignità, Salute e Salario
E così siamo arrivati alla fine di questo strano e drammatico mese di marzo. Il pensiero immediatamente va alle migliaia di persone che hanno perso la vita e ai milioni che la stanno vedendo messa a rischio per motivi di salute in primis, ma non solo, come sappiamo sulla nostra pelle. Il presente è nebuloso e il futuro è incerto. Per questo oggi più che mai avremmo bisogno di certezze. Come lavoratori e lavoratrici del sociale esternalizzati abbiamo ben presente cosa significa prendersi cura delle persone e sappiamo bene il valore del sostegno e dell’aiuto.
Ma conosciamo altrettanto bene anche la difficoltà della precarietà della vita e del lavoro. Fin dall’inizio di questa emergenza sosteniamo che le conseguenze dell’attuale pandemia non devono colpire né quei lavoratori che dispongono di minori tutele e il cui reddito è, purtroppo, indissolubilmente legato all’erogazione delle prestazioni, né le persone che in questo momento necessitano ancor più di relazioni di cura. Fra questi c’è sicuramente il personale impiegato, con qualunque tipo di rapporto lavorativo: autonomo, atipico o dipendente, in ogni caso esternalizzato, nei servizi socio-educativi e socio-sanitari, nelle attività di integrazione scolastica, educativa domiciliare, centri diurni. Il presupposto da cui partiamo è che ai lavoratori e alle lavoratrici esternalizzati, siano riconosciute le ore lavorative non espletate o non espletabili per causa di forza maggiore, nello specifico dalla sospensione delle attività didattiche ed educative “in presenza”, disposta con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati ai sensi dell’art. 3, comma 1, del d.l. n. 6/2020.
Allo stato attuale delle cose, il Governo invece di garantire la tutela della salute pubblica e un reddito a chi al momento non ce l’ha – e siamo in tantissimi – dimostra il proprio asservimento alla logica padronale di Confindustria e dei suoi partners, costringendo ancora moltissime persone, anche nelle zone più colpite da questa emergenza sanitaria, ad andare a lavorare per non fermare i profitti di pochi, condannando lavoratrici e lavoratori a diventare veicolo di contagio per sé, per gli altri, e per i propri cari. Anche nel nostro settore ancora troppi i Servizi definiti Essenziali, tenuti aperti da parte degli Enti Gestori nonostante l’assenza di protocolli di sicurezza e la scarsità di Dispositivi di Protezione Individuale, danno luogo a continui e documentati contagi fra utenti ed operatori. Siamo preoccupati inoltre per la situazione difficilissima in cui vertono le strutture residenziali dedicate all’accoglienza delle persone immigrate, alcune delle quali in sovraffollamento, spesso senza sufficienti tutele sia per gli ospiti che per gli operatori, così come le residenze per anziani e disabili che rischiano di diventare dei vespai di infezione. Anche in questi contesti i colleghi, oltre alla pericolosità per la propria salute e quella dei propri familiari che si somma alla preoccupazione di contagio tra gli utenti, si trovano a fare i conti con orari ovviamente decurtati e con la conseguente necessità di dover utilizzare ferie e permessi.
In questa situazione di disagio e difficoltà di tutte/i, in particolare della nostra utenza, vorremmo contribuire, continuando a lavorare, sempre nel rispetto delle leggi e dei regolamenti che delineano il nostro intervento, tessendo relazioni di cura, di sostegno, di mediazione e rete tra diversi enti, a partire da scuola e famiglia, per come questo ci sarà possibile. Questo è lo scopo del nostro lavoro, che sempre parte da una situazione reale di difficoltà. Anche per questo caso il nostro lavoro merita il 100%, non può essere misurato minuto per minuto, non può essere riparametrato come fossimo dei lavoratori a cottimo.
Quello che noi, come lavoratori e lavoratrici chiediamo, è l’applicazione, da parte degli enti di prossimità, senza nessuna eccezione, dell’articolo 48 del decreto Cura Italia che ha autorizzato gli enti locali all’erogazione dei fondi già messi a bilancio preventivo per le attività socio-educative e il mantenimento dei servizi al 100%. Gli enti appaltanti possono – non devono – pagare il 100%: se non lo faranno se ne assumeranno la responsabilità politica e sociale. Attualmente, al momento in cui stendiamo questo comunicato, quasi nessun Comune e Città metropolitane ha recepito il Decreto nella sua ratio, cioè impegnandosi a pagare il 100% del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori, anche attraverso l’istituzione del telelavoro. È travisando completamente gli obiettivi e le modalità del lavoro educativo perciò che, laddove sono partite rimodulazioni dei Servizi in telelavoro, per la maggior parte dei casi sono stati stanziati monte ore dimezzati rispetto a quelli a bilancio. In alcuni casi abbiamo notizie che le ore vengano erogate a seconda dei minuti effettivi svolti dagli operatori che sono costretti a lunghe, meticolose ed umilianti rendicontazioni, gettando loro ancora una volta nella logica del lavoro a cottimo che noi rifiutiamo. Gli enti appaltanti devono riconoscere, insieme al monte ore totale per ciascun utente che seguiamo e per ogni ora dei servizi assegnati, anche il 100% della nostra dignità professionale. Dal momento che i comuni sono stati messi di fronte ad una possibilità e non ad un obbligo, in queste settimane si è creata una grande disomogeneità di reddito per i lavoratori e di servizi erogati per gli utenti, a seconda delle scelte dei Comuni italiani e delle Città Metropolitane, che adottano ogni volta disposizioni differenti tra loro. Siamo disponibili a svolgere, ove possibile, il nostro lavoro a distanza e chiediamo di investire le ore di non frontalità, che non riusciamo a fare, in corsi di formazione, in ore di programmazione e di confronto con i Servizi, e per questo crediamo sia necessario agire a livello governativo affinché diventi un obbligo per tutti gli enti gestori l’erogazione totale delle ore che si sarebbero svolte in una situazione di normalità senza differenziazioni e senza lasciare spazi ad altre interpretazioni.
Inoltre, il Decreto, ad un’analisi approfondita, all’art. 48, sin dalla prima riga del primo comma, fa riferimento ai “servizi educativi e scolastici, di cui all’art 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65”. Quel Decreto Legislativo riguarda l’Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni”, cioè la scuola materna, e si occupa anche dell’integrazione scolastica, ma – ovviamente – solo in relazione a quel livello scolastico. Per effetto di quell’errore nella norma, gli enti appaltanti potrebbero rifiutarsi di impiegare i fondi di cui già dispongono per retribuire gli assistenti educativi, eccezion fatta solo per quelli che lavorano nella scuola materna. Ipotizziamo che la norma di riferimento dovesse essere per forza il Decreto Legislativo n. 66 del 13 aprile 2017, riguardante le “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità’”.
Per cui chiediamo la modifica immediata dell’articolo 48 del Decreto “Cura Italia”:
– che gli enti siano obbligati a procedere con il pagamento dei servizi educativi ed assistenziali, senza eccezioni.
– che le norme di riferimento siano 65 e 66 del 13 aprile 2017
Siamo consapevoli che la lotta continuerà. La sua buona riuscita dipende, anche, da come avremo la capacità di unirci su un piano nazionale per spingere le nostre rivendicazioni in ogni territorio, in ciascun Comune e che gli esiti dipenderanno moltissimo da come lavoratrici e lavoratori ci organizzeremo nelle Cooperative e nei territori; da come utilizzeremo gli strumenti sindacali, unendoci in organismi territoriali di lotta e di difesa dei diritti, della salute e della dignità, solidarizzando e valorizzando il protagonismo di ciascuna/o e rifiutando le logiche di delega.
Per questo co-firmiamo unitariamente questo Comunicato ed invitiamo altre realtà di educatori e altri Sindacati ad unirsi a noi.
CUB FIRENZE E PROVINCIA
CUB SANITA’ FIRENZE E PROVINCIA
CUB SANITA’ ROMA
SIAL COBAS
SOCIAL WORKERS
COMITATO ROMANO AEC
EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI BOLOGNA
LA BOTTEGA DELLE LINGUE
ADL COBAS
SGB SINDACATO GENERALE DI BASE
EDUCATRICI E EDUCATORI DI BOLOGNA E PROVINCIA
EDUCATRICI E EDUCATORI DI RAVENNA
EDUCATRICI E EDUCATORI GENOVESI
COLLETTIVO EDUCATORI E OPERATORI DEL SOCIALE PARMA E PROVINCIA
RETE OPERATORI SOCIALI LA SPEZIA
ASSOCIAZIONE EDURADUNO
EDUCATORI E OPERATORI SOCIALI MONZA E BRIANZA CUB
COLLETTIVO EDUKI REGGIO EMILIA
ASSEMBLEA AUTOCONVOCATA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DEL SOCIALE DI FIRENZE
RETE OPERATORI SOCIALI MILANO
OPERATORI SOCIALI MANTOVA
RETE EDUCATORI E EDUCATRICI RIMINI
EDUCATRICI EDUCATORI DEL VARESOTTO
CLAP-CAMERE DEL LAVORO AUTONOMO E PRECARIO
USI-CIT COOPERATIVE SOCIALI
INCONTRO NAZIONALE OPERATRICI e OPERATORI SOCIALI
Domenica 9 febbraio alle ore 10,00 presso Casa Bettola – Reggio Emilia
https://www.facebook.com/events/180841903134080/
Mentre le istituzioni tagliano risorse al welfare nazionale, tramite le gare d’appalto nei settori dell’accoglienza, di servizi educativi e dell’assistenza alla persona, portando quindi al minino la qualità del servizio, da oltre due anni l’intersindacale Sial Cobas, Adl Cobas, assieme alla rete di educatori nazionale e i collettivi territoriali, hanno attivato un percorso partecipato, per migliorare le condizioni di lavoro nel terzo settore.
In questo percorso si sono ottenuti importanti risultati territoriali e forme di pressioni nazionali che hanno portato centrali cooperative e sindacati confederali a rinnovare il CCNL nel 2019 ormai scaduto da sette anni, tramite una piattaforma non costruita, ma neppure condivisa prima con le lavoratrici/ori del settore. È stato infatti all’occhio di tutte e tutti, durante le assemblee di presentazione del CCNL, come non ci sia stato alcun miglioramento, e come le richieste che da anni si portavano avanti quali il riconoscimento delle maggiorazioni degli straordinari, l’utilizzo della banca ore, l’eliminazione delle notti passive, giusto inquadramento [ecc.,], siano state accantonate o comunque demandate ad un livello di contrattazione territoriale, dove cooperative e confederali osteggiano la libertà sindacale accampando una maggiore rappresentatività, nonostante non abbiano alcun confronto democratico con i lavoratori e le lavoratrici del settore, o gli altri sindacati, per decidere sui contenuti contrattuali.
Per questi motivi dopo il rinnovo del CCNL abbiamo attivato assemblee aziendali e territoriali per costruire assieme un altro contratto possibile che rispecchi la dignità delle lavoratrici e allo stesso tempo la qualità dei servizi alla cittadinanza.
Ci siamo anche dotati di un modulo interattivo per condividere e modificare la piattaforma tramite web per raggiungere il maggior numero di lavoratrici/ori possibili (Puoi dare il tuo contributo utilizzando questo link https://forms.gle/Y3UwAYN1yGQUFr9Q7 entro il 7 febbraio 2020).
Domenica 9 febbraio a Reggio Emilia nella mattinata presenteremo e discuteremo i risultati finali della consultazione sulla piattaforma, per procedere, una volta approvata, a mandare la proposta alle centrali cooperative con l’obiettivo di evitare che passino altri 7 anni per prossimo rinnovo del contratto nazionale, tenendola comunque come punto di riferimento per le vertenze aziendali e territoriali.
Un altro punto che affronteremo nella mattina di domenica sarà il rinnovo del contratto UNEBA e le similitudini con il CCNL cooperative sociali, per cominciare un percorso verso un unico contratto collettivo per il settore e ricomporre quella frammentazione che dall’inizio dell’esternalizzazione dei servizi ad oggi non accenna a fermarsi.
Nel pomeriggio affronteremo le varie vertenze e conquiste territoriali, mettendo in comune i percorsi in essere, le difficoltà e le prospettive, individuando momenti di mobilitazioni comuni e favorire tramite la messa in comune di bisogni e competenze un percorso che possa essere aggregante ed in grado di migliorare le condizioni lavorative, avere parola nei territori sui servizi che si riducono sempre più a mera assistenza e precarietà selvaggia del lavoro.
Per questi motivi invitiamo tutte e tutti domenica 9 febbraio alle ore 10,00 presso Casa Bettola per organizzarci e informarci sul futuro del nostro lavoro ed il futuro del welfare nei territori e a livello nazionale.
Contratto cooperative sociali: SI VOTA ANCHE ON LINE
E’ in corso una consultazione on line attraverso google moduli (link: https://forms.gle/Y3UwAYN1yGQUFr9Q7 ) tra i lavoratori delle cooperative sociali (350mila) per contribuire e decidere sui contenuti del rinnovo del contratto (in scadenza il 31 dicembre 2019 e disdettato a luglio scorso).
La Intersindacale (ADL-Cobas e SIAL-Cobas) e la Renos (Rete Nazionale Operatori Sociali) hanno indetto sui territori della Lombardia e della Emilia Romagna riunioni, assemblee e, vista anche la frammentazione e la poca sindacalizzazione del settore una consultazione online che ha visto finora partecipanti da diverse regioni e si concluderà entro la fine dell’anno.
Alle lavoratrici e lavoratori del settore si dà la possibilità di votare e di organizzarsi con l’obiettivo di migliorare le loro condizioni e quelle dei servizi (ad esempio: assistenza scolastica, assistenza sanitaria, ecc.). I servizi pubblici tradizionali e quelli di nuova necessità, complice il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, vengono sempre più svolti da lavoratori con contratti nazionali che sembrano “sottocontratti”: la paga di un lavoratore degli Enti Locali è di oltre 11 euro; quella di un educatore al livello D1 è di poco più di euro 8,50 comunque al disotto dei 9 euro del cosiddetto salario minimo in discussione in parlamento.
La proposta in discussione è incentrata perciò su forti adeguamenti salariali, la riduzione da 38 a 36 ore settimanali, un aumento delle ore indirette di preparazione per la gestione dei casi individuali e l’inserimento di norme come la maternità pagata al 100%, miglioramento del trattamento di malattia e interventi sulla sicurezza che consentiranno di migliorare gli ambienti dove si lavora (in genere di proprietà pubblica) e ridurre incidenti e difficoltà oggi presenti. Ridurre la precarietà trasformando la metà dei tempi determinati a tempo indeterminato; eliminare l’apprendistato per i livelli bassi e ridurre i tempi del 50% per la assunzione a tempo indeterminato. Definizione di normative per le notti passive e per la banca ore. Inoltre un premio territoriale del valore almeno di quello dei metalmeccanici (485 euro annui e richiesti 700).
Nel settore da anni tramite la Renos erano in corso verifiche sulle condizioni di lavoro e sono state elaborate proposte di intervento e di resistenza al peggioramento delle condizioni di lavoro. Le riunioni intersindacali aperte sono servite a stendere una ipotesi di piattaforma che ora è al voto dei lavoratori.
Il contratto in scadenza è stato rinnovato nel marzo 2019 con 7 anni di ritardo con soli 300 euro di arretrati e aumenti scaglionati di 85 euro medi.
Le poche assemblee fatte dai sindacati firmatari hanno visto molte contestazioni sia sul fronte economico che su quello dei molti problemi irrisolti e o rinviata ad altri tavoli (regionali e provinciali). Non risultano assemblee né verifiche con lavoratori da parte di Cgil, Cisl e Uil del settore per preparare il contratto scaduto.
I sindacati ADL-Cobas e SIAL-Cobas con la proposta di una azione Intersindacale hanno promosso assemblee e incontri territoriali e sono intenzionati ad andare avanti per incidere sulle condizioni di lavoro in questo settore.
Sono state promosse mobilitazioni a Reggio Emilia, Rimini, Bologna davanti alla regione e alla Legacoop e a Milano con presidi e incontri con Confcooperative e Legacoop durante gli scioperi dell’8 marzo, del 2018 e 2019.
Ora la parola a lavoratori e lavoratrici con il voto on line.
lì, 02-12-2019
Intersindacale Educatori – Sial Cobas ADL Cobas
info e contatti: intersindacale.educatori@gmail.com;
fb: ADL COBAS EMILIA ROMAGNA https://www.facebook.com/adlcobas.er/
SIAL COBAS https://www.facebook.com/sialcobas/
#unaltrocontrattoèpossibile. COSA PUOI FARE?
“Piattaforma alternativa C.C.N.L. Cooperative Sociali”. Innanzitutto grazie per aver partecipato, la condivisione con più colleghi possibili per noi è particolarmente preziosa per verificare ed arricchire il percorso svolto finora come Intersindacale Educatori (ADL Cobas, Sial Cobas), condiviso con la Rete Nazionale Operatori Sociali.
Ti scriviamo perché vogliamo mettere a disposizione gli strumenti che abbiamo per far crescere consapevolezza nel nostro settore e diffondere in più luoghi possibili ciò che abbiamo iniziato a sperimentare.
Organizzarsi dal basso, con colleghe e colleghi, provando ad unirsi in solidarietà per difendere i propri diritti, a partire da chi è più svantaggiato: tutto questo è possibile e dipende solo da noi. La logica rinunciataria e di delega non ci porta da nessuna parte: possiamo essere tutte e tutti, in prima persona, attrici ed attori di un cambiamento.
Cosa puoi fare? Qualche consiglio/ proposta
– Resta in contatto con noi: puoi conoscere le iniziative locali, nazionali e contattare altri colleghi della tua città.
– Organizzati nella tua Cooperativa: con ADL COBAS o SIAL COBAS puoi lanciare un’Assemblea Sindacale con colleghe e colleghi, puoi iscriverti ad un Sindacato che ti sosterrà radicalmente nelle lotte e nelle vertenze.
La piattaforma sortita dal sondaggio sarà motivo di discussione e pressione anche nei singoli posti di lavoro oltre che sul piano nazionale.
Potete, insieme, votare una rappresentanza RSA (Rappresentante Sindacale Aziendale).
– Organizzati nella tua città: con collettivi e Assemblee territoriali (in rete con altre di altre città) che possano unire più realtà di lavoratrici e lavoratori organizzati e/o autorganizzati e trattare di temi territoriali come ad esempio bandi, appalti.
– Sei un RLS? (Rappresentante Lavoratori della Sicurezza) Oppure ti piacerebbe difendere i diritti tuoi e dei tuoi colleghi sui temi della salute e della sicurezza?
Informati su quando scade il mandato degli RLS e valuta la possibilità di candidarti, abbiamo un percorso avviato in questo senso e possiamo sostenerti.
– Partecipa alla skype collettiva di metà dicembre (indicativamente il 17, data da confermare con una prossima mail) e mettiti in rete con noi. Fatti vivo se sei interessato!!
Vogliamo organizzare insieme a te e al maggior numero di lavoratrici e lavoratori un’alternativa a questo contratto, che rimetta al centro la nostra dignità insieme a quella dei nostri utenti.
Per farlo abbiamo bisogno di tutte e tutti.
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Non esitare a contattarci
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sondaggio #UNALTROCONTRATTOE’POSSIBILE
Lavori per una cooperativa Sociale?
Sei un’operatrice o un operatore sociale?
Sei scontenta/o delle tue condizioni contrattuali?
Sei rimasto delusa/o dall’ultimo rinnovo?
Costruiamo insieme un altro contratto!
Clicca qui ——–>>>> https://forms.gle/Y3UwAYN1yGQUFr9Q7
Partecipa online all’elaborazione di una piattaforma alternativa il più diffusa possibile, dove a decidere siano lavoratrici e lavoratori.
Hai tempo fino al 31 dicembre, per compilarla, condividerla, girarla via fb o whatsapp alle tue colleghe e ai tuoi colleghi; dopo di che raccoglieremo i dati e i suggerimenti per stilare una piattaforma definitiva.
Può essere un’occasione davvero importante: se vogliamo migliorare le nostre condizioni ci rendiamo tutte/i promotrici e promotori di un’alternativa credibile.
Se vuoi costruire un’assemblea nel tuo posto di lavoro o nella tua città, non esitare a contattarci.
Intersindacale Educatori (Sial Cobas e ADL Cobas)
Rete Nazionale Operatori Sociali
SCIOPERO 25 OTTOBRE
25 OTTOBRE: SCIOPERO
#UNALTROCONTRATTOE’POSSIBILE
A tutte le operatrici e gli operatori sociali, mobilitiamoci per i nostri diritti e sentiamoci protagoniste/i di un possibile miglioramento dei servizi e delle nostre condizioni di lavoro.
mobilitazione regionale A MILANO:
appuntamento 9:30 in Cairoli e ALLE 12:00 sotto la sede di Confcooperative (via Fabio Filzi, 17)
C’è chi continua a voler risparmiare sulle nostre teste e su quelle degli utenti, c’è chi ci vuole titolati ma non pensa alla salvaguardia dei posti di lavoro, c’è chi distrugge un intero settore professionale, con due decreti razzisti, c’è chi firma un nuovo contratto nazionale senza risolvere nessuno dei temi caldi emersi da lavoratrici e lavoratori negli ultimi mesi, c’è chi vorrebbe rinnovare il contratto Uneba a parità di costi, senza nulla aggiungere, ma solo rimaneggiando gli stessi soldi, ad esempio, cancellando la 14esima mensilità, già penalizzata come salario di ingresso.
Noi possiamo reagire a tutto questo e costruire un percorso alternativo!
Leale, antiburocratico, trasparente, solidale, rispettoso ed accogliente.
L’anno scorso ad ottobre – dopo il corteo – andammo alle sedi di Confcooperative e LegaCoop a portare la piattaforma alternativa scritta da decine di lavoratori di diverse città; il contratto non era ancora stato rinnovato, le nostre istanze vennero ascoltate ma non divennero fatti; il nuovo contratto ne è la prova. Ci dissero che eravamo “poco rappresentativi”. In questi dodici mesi la Rete Intersindacale Educatori e la Rete Nazionale Operatori Sociali hanno continuato a costruire organizzazione e a lavorare su quella piattaforma, condividendola con lavoratori e lavoratrici del settore. A luglio ADL COBAS, ADL VARESE E PROVINCIA, COBAS Sanità Università e Ricerca e SIAL-Cobas hanno mandato ai firmatari disdetta dell’attuale contratto, approvato a giugno e in scadenza a dicembre 2019. Non aspettiamo altri 7 anni di proroga dalla scadenza per costruire un processo di ri-contrattazione! La forza per sostenere questa proposta alternativa dipende dalla nostra volontà e capacità di mobilitarci e organizzarci.
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La battaglia è per un contratto unico di categoria con riferimento a quello del pubblico impiego: lavoriamo per un servizio pubblico e vogliamo un salario come nel pubblico.
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Costruiamo assemblee dentro e fuori i luoghi di lavoro per discutere del prossimo rinnovo del contratto nazionale: salario, banca ore, notti passive, salute e sicurezza e altri temi al centro del dibattito (12 ore all’anno di assemblee retribuite).
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Conquistiamoci i diritti sindacali che ci spettano. Le cooperative sociali che vantano una democrazia interna dovrebbero dimostrarlo anche nell’atteggiamento verso chi si organizza sindacalmente, senza discriminazioni.
Contattaci! intersindacale.educatori@gmail.com
Rete Intersindacale Educatori e Rete Nazionale Operatori Sociali
Verso il 25 ottobre e oltre per i diritti del lavoro sociale
COSTRUIAMO I COMITATI PER IL NO AL CCNL COOP SOCIALI
RESPINGIAMO IN OGNI TERRITORIO L’IPOTESI D’ACCORDO NELLE ASSEMBLEE CONSULTIVE
Un altro contratto è necessario e possibile solo se sono i lavoratori e le lavoratrici a proporlo
L’ipotesi di CCNL Coop Sociali sottoscritta lo scorso marzo è la certificazione definitiva della subordinazione di Cgil Cisl e Uil alle esigenze delle Centrali Cooperative di comprimere diritti e salario per i lavoratori e le lavoratrici del welfare.
È palese che il rinnovo di un contratto nazionale, non rinnovato da più di 6 anni, non può passare semplicemente con un aumento di 80 € spalmati in un anno, neanche del tutto sicuri visti gli accordi di gradualità che non assicurano la totale applicazione degli stessi e una tantum di 300€ per i mesi di vacanza contrattuale.
Come non passa inosservato il rimando a livelli territoriali della definizione di BancaOre, del premio di risultato, delle notti passive del tempo di vestizione e della definizione dei servizi essenziali e le deroghe peggiorative sui tempi determinati e il recepimento totale del Jobs Act, mentre, per quanto riguarda gli inquadramenti, troviamo gli operatori/trici dell’accoglienza inquadrati al livello C1, e l’individuazione di nuovi profili di inquadramento a discrezione delle aziende.
Se non bastasse, CGIL CISL e UIL richiedono, a tutti i lavoratori, iscritti e non, di corrispondere il prezzo come “Contributo di Servizio Contrattuale” per il “lavoro” svolto.
Salta subito agli occhi come questo rinnovo non guardi al volere delle lavoratrici e dei lavoratori, che da anni stanno chiedendo un riconoscimento degno per il proprio lavoro svolto, più garanzie e un salario giusto.
È ora di alzare la voce e difendere gli interessi di chi opera nel sociale e nei servizi di welfare, di urlare a gran voce che le organizzazioni sindacali che hanno firmato questa pre-intesa non ci rappresentano!
Facciamo appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali, alle organizzazioni sindacali di base e conflittuali, ai collettivi ed ai coordinamenti di operatrici/ori sociali, a costruire in ogni territorio i
COMITATI PER IL NO AL CCNL COOP SOCIALI e di VOTARE NO ALLA PRE-INTESA DI RINNOVO CCNL COOP SOCIALI.
Entro poche settimane, infatti, i sindacati firmatari dovranno procedere all’indizione di assemblee referendarie per confermare l’ipotesi sottoscritta ed arrivare alla firma definitiva del contratto.
75 mesi senza contratto, una trattativa portata avanti senza alcun mandato dai 350.000 lavoratori del settore, nessun recepimento delle istanze di base segnalate dalle assemblee di chi nei servizi ci lavora con sangue e sudore, spesso in maniera precaria, con sospensioni retributive e quasi sempre senza riuscire ad arrivare alla fine del mese, non possono passare senza che rimandiamo ai mittenti la responsabilità di questo disastro.
COSTRUIAMO DEMOCRAZIA, ORGANIZZIAMO IL DISSENSO E LA RIVENDICAZIONE DEI NOSTRI DIRITTI VOTIAMO NO AL CONTRATTO TRUFFA!
Lavoratrici e lavoratori delle Cooperative Sociali
Sial Cobas- ADL Cobas: rinnovo CCNL cooperative sociali, un contratto che lascia l’amaro in bocca!
Gepostet von CUB Cuneo e Provincia am Sonntag, 31. März 2019
https://coopsociali.usb.it/index.php?id=20&tx_ttnews[tt_news]=108606&cHash=3de760117a&MP=63-673
PIATTAFORMA aggiornata_marzo 2019
PIATTAFORMA RIVENDICATIVA
RETE NAZIONALE OPERATORI SOCIALI E RETE INTERSINDACALE
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FB Rete Nazionale Operatori Sociali
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“LEGGE EX-IORI-BINETTI”
(7 articoli, dal 594 al 601, presenti nella legge di Bilancio 205 ed entrata in vigore il 1.01.2018)
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Il COSTO del CORSO per acquisire il titolo di Educatore Professionale (non equipollente alla laurea in scienze dell’educazione) NON DEVE RICADERE sulle lavoratrici e i lavoratori. Vedi Art. 597 che tra le altre cose dice “le cui spese sono poste integralmente a carico dei frequentanti”.
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Possibili sotto – obiettivi: I lavoratori che frequenteranno il corso intensivo possono accedere alle agevolazioni previste dal Diritto allo Studio;
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Possibili interlocutori: Regioni. Quest’ultime dovranno poi proporsi come mediatori tra Lavoratori, Università, LegaCoop e Confcooperative al fine di trovare una possibile soluzione che riduca o annulli i costi del percorso formativo.
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Le Università, i Servizi, gli Enti del Terzo Settore, le Cooperative si organizzino affinché la riqualifica di migliaia di lavoratrici e lavoratori avvenga attraverso la FORMAZIONE SVOLTA in orario di lavoro.
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RICONOSCIMENTO e CONTEGGIO della formazione e dei titoli che negli anni di studio e di lavoro ciascuno/a ha sostenuto. L’applicazione delle norme transitorie porti a stabilire una più specifica compensazione formativa in numero di crediti da 0 a 60, secondo i propri curricula formativi.
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RICONOSCIMENTO e CONTEGGIO di CFU ACQUISITI in ALTRI percorsi di LAUREA UMANISTICHE.
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RIVEDERE I PARAMETRI necessari ad ACQUISIRE il TITOLO di Educatore Professionale SENZA DOVER SEGUIRE IL CORSO
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Venga prevista per legge la necessità di una FORMAZIONE PERIODICA E CONTINUA su tematiche proposte dai lavoratori in base ai bisogni emersi, che venga certificata e riconosciuta in orario di lavoro.
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ELIMINAZIONE DELLA DIVISIONE TRA EDUCATORE SOCIO – PEDAGOGICO e SOCIO – SANITARIO, che rappresenta un’ulteriore frammentazione della categoria legata ad interessi lobbistici delle accademie che andrebbe sostituita con un percorso formativo unico e con pari possibilità di accesso al lavoro.
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C.C.N.L. COOPERATIVE SOCIALI E IN GENERALE SUI NUMEROSI CONTRATTI ESISTENTI PER LA CATEGORIA:
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AUMENTO PAGA BASE ORDINARIA.
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un CONTRATTO UNICO DI CATEGORIA, con riferimento al migliore dei contratti esistenti ovvero quello del pubblico impiego (ENTI LOCALI) che considera full-time 36 ore settimanali;
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un salario equiparato alla media dei salari italiani per ruoli professionali per i quali è richiesta la laurea.
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NO ABUSO DELLA BANCA ORE: Le ore straordinarie inserite in banca ore devono essere concordate dalle parti (coi lavoratori e le loro rappresentanze sindacali), in base alla effettiva flessibilità lavorativa e alle esigenze del Servizio e devono essere corrisposte le maggiorazioni delle ore straordinarie. La B.O. non deve essere legittimata come strumento per non retribuire le ore a straordinario, né per coprire gli ammanchi di lavoro non riconducibili al lavoratore stesso. In alternativa, dopo 6 mesi il lavoratore può decidere se farsi corrispondere in denaro il residuo della B.O. o usarla come riposo (B.O. Positiva). La B.O. Negativa non deve esistere, il lavoratore deve essere pagato per le ore indicate sul contratto e per le quali offre la propria disponibilità al lavoro. Non è possibile cambiare il monte ore in itinere, se non con firma consensuale di un contratto di lavoro differente dal precedente. Le assenze dell’utenza, il rischio d’impresa come il calo di ore di un appalto o di un servizio non possono ricadere sul lavoratore.
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MAGGIORI TUTELE E DIRITTI PER LA MATERNITA’: come già viene applicato in alcune tipologie di servizi, le operatrici che svolgono attività a diretto contatto con l’utenza a rischio fisico alto e a stress correlato per l’allattamento, hanno diritto ad un riconoscimento della maternità obbligatoria – per il periodo da inizio gravidanza fino al 7° mese del bambino (allattamento) – con retribuzione al 100% e maturazione delle ferie (D.Lgs 151/01, art. 7 + alleg. A – punto L). Per altri ambiti di lavoro/settore a rischio basso deve essere prevista invece la possibilità di cambio mansione temporanea (coincidente il periodo della maternità obbligatoria fino al 3°mese del bambino). Nonché al mantenimento del proprio posto di lavoro al rientro dalla maternità.
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RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONE COME LAVORO USURANTE ai fini del riconoscimento di indennizzo economico e pensione anticipata (con riferimento ai protocolli di valutazione rischi e tipologia di lavoro notturno e con turnazione h24)
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RICONOSCIMENTO E AUMENTO DELLE ORE INDIRETTE (non frontali) per supervisioni pedagogiche e psicologiche, progettazione, monitoraggio, verifica dei progetti educativi, pianificazione degli interventi e riunioni d’equipe. Queste ore sono una parte fondamentale del lavoro degli operatori sociali e degli educatori, sia per la tutela della salute psico-fisica dell’operatore stesso, sia per garantire un lavoro di qualità con l’utenza e nello stesso tempo di crescita qualitativa dei Servizi nel loro complesso. Sono ore che devono essere garantite e retribuite sempre, con una pianificazione annuale, mensile e settimanale pari Nelle situazioni migliori, ad alto profilo qualitativo, corrispondono quasi ad 1/3 delle ore settimanali di lavoro.
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NO alle NOTTI PASSIVE. Tutte le ore, diurne o notturne, in cui il lavoratore/lavoratrice è sul luogo di lavoro, a disposizione del datore di lavoro e in condizioni di svolgere le proprie mansioni, sta lavorando e quindi va retribuito con maggiorazione notturna del 30%. – ART.1 L.66/2003
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AUMENTO DELLE TUTELE ASSICURATIVE E RIMBORSO CHILOMETRICO per USO MEZZO PROPRIO. L’uso dei propri mezzi di trasporto per garantire il funzionamento del Servizio e l’espletamento degli interventi educativi deve prevedere sempre un’assicurazione del mezzo, dell’operatore alla giuda e un rimborso chilometrico che riconosca l’usura del mezzo e il costo del carburante, come da Tabelle ACI. In caso di sinistro, con la propria auto, durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, l’aumento del premio assicurativo deve essere coperto dall’azienda.
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Gli spostamenti da una sede all’altra di lavoro, durante l’arco della giornata lavorativa, devono essere riconosciute come ore di lavoro e quindi tempo retribuito. Nelle situazioni migliori, ad alto profilo qualitativo, viene riconosciuto fino ad un’ora di spostamento tra una sede e l’altra.
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RICONOSCIMENTO ORE di 60 MINUTI per gli Educatori dell’integrazione scolastica anche laddove le ore di lezione durano 50 o 55 minuti.
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ELIMINAZIONE della sospensione dal LAVORO in caso di MALATTIA dell’utente per gli Educ. dell’Integrazione Scolastica. L’Educatore deve essere una figura professionale che lavora con la scuola e il suo monte ore settimanale deve essere usato sia per il lavoro con il minore certificato sia per il lavoro col gruppo classe/istituto scolastico con cui il minore convive. Nelle situazioni migliori, ad alto profilo qualitativo, viene riconosciuta la figura dell’educatore di plesso.
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ABOLIZIONE del contratto part-time ciclico verticale per coprire la sospensione di lavoro e di salario durante il periodo estivo per gli educatori che lavorano nell’integrazione scolastica. Continuità di lavoro e di salario per tutti i 12 mesi dell’anno. Stesura di appalti sull’intera annualità che comprenda il periodo scolastico e il periodo estivo e riconoscimento del lavoro estivo come tempo di verifica e progettazione.
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RICONOSCIMENTO DELLA 14°MA MENSILITA’, così come riconosciuto da altri CCNL di categoria (Uneba)
C. SETTORE ACCOGLIENZA
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Difesa dei posti di lavoro
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Difesa della dignità del nostro lavoro
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Difesa di un modello dignitoso di accoglienza
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Questa è la sicurezza di cui abbiamo bisogno!
Mentre a seguito dell’entrata in vigore della legge 132/2018 Sicurezza e Immigrazione si cominciano ad avere numerose conseguenze negative, sia per le persone immigrate richiedenti asilo che per i lavoratori e lavoratrici impiegati nel settore dell’accoglienza:
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aumento della clandestinità, con impossibilità all’accesso ai servizi anagrafici per i/le richiedenti asilo
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revoca della protezione internazionale per alcuni reati quali lo spaccio e la resistenza a pubblico ufficiale
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interruzione dei percorsi di integrazione
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ridimensionamento e snaturamento dello SPRAR (il sistema di accoglienza diffusa)
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regolamentazione per l’uso del taser
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DASPO urbano esteso ai presidi sanitari
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multe elevatissime per i cosiddetti “parcheggiatori abusivi”
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sanzioni penali per chi occupa immobili abbandonati e per chi opera blocchi stradali.
Per chi lavora all’interno del terzo settore e specificatamente nel sistema di accoglienza, le conseguenze saranno ancora più drastiche: è in gioco infatti la perdita del posto di lavoro e la professionalità che ha caratterizzato questo settore, relativamente al taglio di risorse per l’accoglienza e alla chiusura dei Servizi.
Chiediamo quindi agli enti gestori quali decisioni e quale linea terranno davanti allo smantellamento del sistema di accoglienza diffusa. In particolare richiediamo trasparenza verso le lavoratrici e i lavoratori tutti, sulla riduzione o eventuale eliminazioni delle strutture CAS o SPRAR e su eventuali trasformazioni dei servizi, con una possibile conseguente riduzione del personale.
Quale sarà la mansione spetterà ai/alle lavoratori/trici regolarmente assunti dalla cooperative?
La/il lavoratrice/ore deve quindi essere a conoscenza delle mansioni, del possibile demansionamento e della deprofessionalizzazione che la/lo andranno a colpire. Fino a questo momento infatti l’operatrice/ore dell’accoglienza aveva un ruolo fondamentale per il reinserimento dei richiedenti e rifugiati nel tessuto urbano e nella società; con questi tagli invece il suo ruolo diventerà quello del mero controllore e guardiano.
In caso di riassorbimento dell’operatrice/ore all’interno di altri servizi non strettamente legati all’accoglienza ma con taglio ancora più specifico socio/educativo, richiediamo alle cooperative un percorso che accompagni la/il lavoratrice/ore al conseguimento della qualifica di educatrice/ore, anche attraverso il sostegno economico degli enti, per il conseguimento dei 60 crediti necessari e della erogazione delle ore riguardanti il diritto allo studio necessarie.
#UNALTROCONTRATTOE’POSSIBILE
questa piattaforma è un lavoro che continua ad essere discusso e aggiornato insieme ai lavoratori e lavoratrici del sociale andando oltre a quello che sarà il prossimo rinnovo dei contratti nazionali.
retenazionaleoperatorisociali.noblogs.org
FB Rete Nazionale Operatori Sociali
FB Operatori Sociali Milano
intersindacale.educatori@gmail.com
#IOSTOCONMARTINA
Razzismo e Maschilismo
Repressione della critica e del dissenso, attacchi alle persone (soprattutto donne) per l’incapacità di argomentare sono veicoli dell’ignoranza, del degrado e del fascismo.
L’attuale ministro dell’interno è portatore di questa malvagia strumentalizzazione. Noi siamo con Martina e tutta la tossicità e l’odio riversato su di lei, via fb, sono un’ennesima prova dell’imbarbarimento contro cui dobbiamo lottare.
La Rete Operatori Sociali continua ad afferma il suo dissenso al Decreto Sicurezza che taglia risorse ai servizi dell’accoglienza, taglia posti di lavoro e fomenta razzismo, ingiustizia e guerra tra poveri.
Solidarietà a Martina
Solidarietà agli operatori e alle operatrici dell’accoglienza.
La nostra dignità é la dignità di tutti.
#versolottomarzo
Rete Nazionale Operatori Sociali
Intersindacale Educatori – Sial Cobas ADL Cobas
Educatori Uniti contro i tagli Bologna Rete Operatrici Operatori Sociali Milano
Operatrici e operatori Genova
Rete educatori/educatrici Rimini
Operatrici e operatori dell’Accoglienza ADL Bologna
Usi Educazione
Assemblea Educatrici ed Educatori del Varesotto
Operatori Sociali Mantova
Collettivo Eduki Reggio
Rete Operatori Sociali La Spezia
Rsa Sial Cobas Cooperativa Aeris Vimercate (MB)
Elisa Scassini, educatrice – Todi
https://milano.repubblica.it/cronaca/2019/02/24/news/razzismo_stradella_critica_salvini_su_facebook_insulti-219986485/amp/?fbclid=IwAR1FIzB-9TzOISH2Jt-eQ-82K_RSpAyz_uGS0v_TxeITe1Y32VlcwZIOcQ4
SOLIDARIETA’ COI LAVORATORI, DIGNITA’ PER GLI ACCOLTI
Pubblichiamo questa lettera in solidarietà ai colleghi e le colleghe che dopo lo sgombero del Cara di Castelnovo sono rimasti/e senza lavoro e denunciamo il modello di accoglienza indegna che posti come questo rappresentano.
Crediamo sia necessario tenere insieme la lotta per i diritti e la dignità dei lavoratori e lavoratrici del sociale e la lotta per il diritto alla vita, alla dignità, all’autodeterminazione di tutte le persone con le quali lavoriamo a patire dai più poveri, da chi ha sempre abitato i nostri territori e da chi ci arriva perchè in fuga da guerre e povertà causate dalle politiche dei governi di quegli stessi paesi che oggi vogliono “chiudere i porti”
Care colleghe e cari colleghi,
ci uniamo alla preoccupazione di tante persone in questo Paese per i destini di chi è stato o sta per essere sgomberato dal Cara di Castelnuovo, per volontà del Ministero dell’Interno, a conseguenza della maledetta Legge Immigrazione e sicurezza di Salvini.
Riteniamo inaccettabile, ingiusto e disumano un atto di deportazione di esseri umani, a fini propagandistici e deciso dai seminatori d’odio che ci governano.
500 persone saranno spostate e ricollocate, oppure, se non in possesso dei permessi necessari, abbandonate al proprio destino, compresi i bambini, a cui non è stato concesso di finire l’anno scolastico iniziato e nemmeno di salutare i propri compagni.
Siamo educatrici/ori ed operatrici/ori sociali, ci sentiamo tutti particolarmente coinvolti da questi avvenimenti; nell’Assemblea nazionale di Reggio Emilia il 12 gennaio abbiamo ribadito come per noi l’affermazione dei diritti di chi affianchiamo viaggia di pari passo con la nostra dignità professionale.
La nostra contrarietà al D.L. Salvini è la nostra contrarietà al razzismo: insieme a questo siamo solidali con voi, 120 colleghe e colleghi della Cooperativa Auxilium che rischiate di perdere il lavoro.
Gli effetti del D.L. Salvini stanno dando dei risultati terribili anche in termini di perdita di posti di lavoro e distruzione di un intero settore professionale, ciò significa vanificare progetti faticosamente costruiti, relazioni umane e di cura distrutte, scuole di Italiano, percorsi educativi interrotti. Continuando così la figura dell’operatrice/ore sociale verrà completamente cambiato, passando da elemento fondamentale per integrazione e crescita delle persone all’interno dei progetti di accoglienza, a mero controllore e erogatore dei pochi servizi che rimarranno.
Il nostro Paese intero ne subirà conseguenze nefaste.
Vogliamo unire le lotte degli educatori mettendo in comune i valori che ci hanno fatto scegliere questo lavoro: pensiamo che questa sia una strada percorribile di solidarietà e di affermazione, anche concreta, dei nostri diritti.
Vi invitiamo a conoscerci e contattarci per condividere con noi i vostri pensieri e i vostri percorsi di lotta.
Rete Nazionale Operatori Sociali
Intersindacale Educatori – Sial Cobas ADL Cobas
Educatori Uniti contro i tagli Bologna
Operatrici e operatori Genova
Rete educatori/educatrici Rimini
Operatrici e operatori dell’Accoglienza ADL Bologna
Usi Educazione
Assemblea Educatrici ed Educatori del Varesotto
Operatori Sociali Mantova
Collettivo Eduki Reggio
Collettivo educatori e operatori del sociale Parma
Rete Operatori Sociali La Spezia
Rsa Sial Cobas Cooperativa Aeris Vimercate (MB) -Educatori e Operatori sociali Monza e Brianza.
Elisa Scassini, educatrice – Todi
CARA, IL SUCCESSO TI HA CAMBIATO!Mai ci saremmo aspettati di leggere apprezzamenti sul Cara di Castelnuovo di Porto…
Gepostet von Laboratorio 53 am Donnerstag, 24. Januar 2019