ASSEMBLEA NAZIONALE OPERATORI OPERATRICI SOCIALI

  • January 19, 2019 12:56

REPORT ASSEMBLEA NAZIONALE 12 GENNAIO 2019 REGGIO EMILIA (Lab AQ16)

RETE INTERSINDACALE E RETE NAZIONALE OPERATORI SOCIALI

Questo è il report di una Assemblea importante svoltasi a Reggio Emilia il 12 gennaio. Se sei una educatrice/ore, una operatrice/ore o hai a che fare con il terzo settore ti consigliamo di leggerlo attentamente perché ti riguarda da vicino. Se sei una persona interessata alle lotte e alla giustizia potrebbe interessarti molto perché abbiamo speso del tempo a chiederci qual è il miglior modo di lottare e riconquistare diritti e dignità. Siamo lavoratrici e lavoratori del sociale, impegnati in Sindacati di base, come Adl Cobas e Sial Cobas, e nella Rete Nazionale Operatori Operatrici Sociali, oppure in collettivi territoriali e/o autoconvocati che, da settembre ad oggi, hanno intrapreso un percorso indipendente e condiviso per unire le lotte degli educatori e per migliorare le nostre condizioni. La “carne al fuoco” è tanta: Contratto Nazionale, Legge ex-Iori (205/2017) e decreto Lorenzin 2017, D.L. Salvini (2018) e legge di bilancio 2018, con le sue conseguenze su lavoratrici e lavoratori, bandi e gare d’appalto sempre più al “massimo ribasso”… Abbiamo provato a ragionarci innanzitutto chiarendoci come proseguire e con chi: un percorso radicale, che non faccia sconti sulle rivendicazioni e abbia ben chiaro chi è la controparte, che mantenga un legame forte tra l’attenzione ai nostri diritti e l’etica del lavoro con “i nostri utenti”, ovvero le persone più svantaggiate, le fasce più deboli della società. Un percorso che possa garantire a ciascuno/a la libertà di esprimersi nel rispetto reciproco e nella garanzia dell’indipendenza.
Prossimi passi? In Emilia iniziative regionali condivise, in Lombardia varie possibilità di mobilitazione da verificare ancora insieme e continuare ovunque l’agitazione nei luoghi di lavoro e sul territorio. E quando rinnovereranno il contratto? Assemblee dappertutto!!! Con la prospettiva di una due giorni questa estate dove prenderci il tempo per riflettere ancora più profondamente sui nostri diritti, verso una ricomposizione di categoria.
Se vuoi dare il tuo contributo sei la benvenuta/il benvenuto! Contattaci su intersindacale.educatori@gmail.com oppure sulle pagine e/o siti della Rete e dei Sindacati che pubblicheranno questo report.

Realtà presenti all’assemblea del 12 gen a Reggio Emilia:  Milano e Monza-Brianza Sial Cobas e Rete Op Soc: Angelo, Beatrice, Laura, Matteo, Chiara  Tradate Educatrici/Educatori Varesotto: Camilla, Pino  Reggio Emilia ADL Cobas e Eduky Reggio: Silvio, Davide, Giulia, Danilo, Pasquale,Giuseppe. USI: Filippo, Silvia.  Bologna ADL Cobas e Educatori contro i tagli: Cecilia, Filippo, Tiziano, Rosario, Alessandro, Elena  Rete Educatori/Educatrici Mantova: Arianna, Adriano, Lorenzo  Rete Educatori/Educatrici Rimini: Federico  Rete Operatori Sociali La Spezia: Laura, Stefania, Federica  Collettivo Educatori e Operatori del Sociale Parma: Francesca, Alessandro, Salvatore  Genova: Serena  Padova: Oswald  Firenze: USB Matteo, Paolo

INTRODUZIONE E O.D.G. Questo incontro rappresenta la terza tappa assembleare di un coordinamento che si è costituito a partire dalla collaborazione tra Rete Nazionale Operatori Operatrici Sociali, attiva dal 2013, e alcune sigle del sindacalismo di base (ADL COBAS EMILIA e SIAL COBAS MILANO, dopo gli incontri del 22 SETTEMBRE 2018 a Milano e la Web Call del 27 NOVEMBRE 2018 (con collegamenti da 13 città). Insieme si sono costruite le mobilitazioni del 26 OTTOBRE 2018 durante la giornata di sciopero nazionale, indetto da alcune sigle del sindacalismo di base, e del 10-15 DICEMBRE 2018 in cui si sono fatte assemblee pubbliche, presidi e flash mob in varie città nelle quali si sono portate le stesse parole d’ordine, la stessa piattaforma rivendicativa e alle quali si è cercato di dare una risonanza mediatica coordinata, unitaria. RETE INTERSINDACALE e RETE OPERATORI OPERATRICI SOCIALI è un coordinamento in costruzione, aperto ad altre realtà collettive e sindacali che ne condividono finalità, contenuti, forme e modalità di organizzazione e partecipazione dei lavoratori e lavoratrici. Partiamo dalla consapevolezza che stiamo intraprendendo un percorso a medio-lungo termine, che al di là, o a maggiore ragione, del rinnovo del C.C.N.L. Coop. Sociali, che potrebbe arrivare nei prossimi mesi, la lotta sarà lunga e ampia: riguarda il riconoscimento della figura professionale, a partire dal mondo della formazione; il miglioramento del contratto nazionale di lavoro; il superamento del meccanismo degli appalti, passando all’accreditamento, fino a parlare di reinternalizzazione dei Servizi; dalla lotta, sindacale e politica, contro le logiche e gli effetti delle attuali politiche di governo, vedi decreto Immigrazione e Sicurezza.

1) Programma della mattina: Discutere e chiarire questo tema delle identità, dei rapporti interni, dei rapporti con l’esterno, delle forme e modalità di organizzazione e partecipazione dei lavoratori e lavoratrici, facendo emergere punti di forza e criticità. Chi siamo, quello che vogliamo e quello che non vogliamo.
2) Programma del pomeriggio: Approfondimento e confronto su 3 aspetti principali con l’obiettivo di proseguire nella costruzione della Piattaforma:  Dalla scorsa legge di bilancio a quella di quest’anno (entrata in vigore il 1/1/2019) ci sono state novità legislative che hanno aggiunto elementi al panorama giuridico di settore pre-esistente. Oltre al compito di portare informazioni chiare tra i lavoratori e le lavoratrici in merito ai nuovi sviluppi legislativi, vorremmo portare critiche di senso e rivendicazioni volte a contrastare lo scarico di costi e responsabilità sui singoli lavoratori per una indefinitezza e frammentarietà mantenuta tale, da vent’anni almeno, da interessi lobbistici e vuoti istituzionali. Si tratta di capire se oltre ai punti sulla riqualifica dei “senza titolo”, meglio definiti “diversamente titolati”, a seguito dell’approvazione della legge di bilancio 2017 (L. 205/2017 ex-Iori Binetti), ci sono altri punti importanti da aggiungere alla luce della neo emessa legge di bilancio 2018.  Nel coordinamento RENOS-INTERSINDACALE si è aggiunta la lotta degli operatori dell’accoglienza e vorremmo comprendere le rivendicazioni dei lavoratori/lavoratrici di questi servizi all’interno della piattaforma nazionale, in aggiunta alle già presenti rivendicazioni su contratto C.C.N.L.  Sul tema contratti stiamo approfondendo lo studio di quelle che sono le differenze tra i molteplici contratti di settore, non solo dal punto di vista salariale. Nella Piattaforma sono già presenti diversi punti rivendicativi, i paletti fondamentali sono: l’unificazione dei contratti ad un unico contratto che abbia come riferimento quello degli enti pubblici. In conclusione vorremmo lasciarci con alcune proposte concrete di mobilitazioni future da organizzare e coordinare.

1) Mattina: CHI SIAMO, COSA VOGLIAMO FARE E COME

La nascita e l’affermazione di questo coordinamento sono un importante passo avanti. La storia di questi anni ci insegna che i lavoratori e le lavoratrici possono avvicinarsi ad un percorso di lotta, di rivendicazione e di ricomposizione della categoria sia attraverso le strutture sindacali tradizionali (iscrizione al sindacato, costituzione di rappresentanze sindacali), sia attraverso le iniziative di un collettivo informale, che lavora più sul territorio che nei luoghi di lavoro, e che in questi anni ha cercato di inquadrare la discussione sulle problematiche del lavoro sociale all’interno di una cornice ampia di settore (il terzo settore) e all’interno delle politiche nazionali di welfare. Oggi il nostro compito, con questo coordinamento, dovrebbe essere quello di presentare ai lavoratori e alle lavoratrici una “proposta di organizzazione e di lotta” più completa e organica che parla sia di costruzione di un’idea politica differente a partire da chi lavora, tutti i giorni, con le fasce più deboli della società che tenga insieme la lotta per il miglioramento della qualità dei servizi, dei diritti e dignità dell’utenza (cittadini, abitanti, autoctoni e immigrati) con la lotta per il miglioramento delle condizioni di chi lavora in questi servizi, diritti e dignità per i lavoratori del sociale. “La nostra dignità è la dignità di tutti e tutte”; difendiamo l’etica del nostro lavoro. All’interno di questo coordinamento le varie soggettività possono comunque mantenere un’autonomia e un’indipendenza di pensiero e di azione, ma l’aspettativa è quella di condividere sempre di più saperi e pratiche. Dobbiamo fare Rete e darci una cornice nazionale, per contrastare la fremmentarietà, la separazione delle lotte e la logica del “proprio orticello” “meglio occuparsi di piccoli aspetti, senza entrare in conflitto con la controparte, per ottenere dei piccoli risultati e accontentarci di quelli, senza mettere tutto in discussione”. Il nostro tentativo è quello di coinvolgere colleghi/e di differenti servizi e diverse aziende e cooperative. La nostra volontà è di partire dal basso, decidere noi cosa fare. Siamo noi, lavoratrici e lavoratori che costruiamo il sindacato, sia nella teoria che nella pratica con orizzontalità. Dobbiamo costruire un rapporto sindacale coi colleghi e le colleghe dei luoghi di lavoro, avviare un processo di sindacalizzazione, all’interno di una categoria scarsamente sindacalizzata ma che ne ha fortemente bisogno, soprattutto alla luce del nuovo contratto che verrà rinnovato e del rischio reale e attuale di perdita di tanti posti di lavoro per effetto delle recenti legislazioni (D.L. Sicurezza, L.205 titoli). Dobbiamo costituire rappresentanze sindacali (R.S.A. e R.S.U.) ed eleggere rappresentanti della sicurezza (che hanno responsabilità su tanti aspetti del nostro lavoro, fortemente connessi anche al lavoro con l’utenza). E’ l’assemblea dei lavoratori che ci da il mandato per farci portatori delle istanze rivendicative, della piattaforma, delle trattative. Dobbiamo riappropriarci degli strumenti sindacali, “la sindacalizzazione deve diventare un atto quotidiano come mettere le scarpe la mattina prima di uscire di casa”. Dobbiamo puntare molto sul “lavoro” nei luoghi di lavoro: postare informazione, costruire controinformazione, portare a casa dei risultati concreti.
Chi siamo e come ci muoviamo fa la differenza, dobbiamo aver chiare queste cose, possiamo dialogare con tutti, possiamo chiedere conto alla senatrice o al parlamentare di turno circa lo stato delle cose, possiamo chiedere ai rappresentanti della cgil se e come stanno prendendo in considerazione i punti della nostra piattaforma, possiamo sederci al tavolo con Legacoop… ma dobbiamo avere chiaro chi siamo e quali sono le nostre controparti. Non siamo disposti a svendere la nostra dignità; non puntiamo ad eliminare la conflittualità; la nostra è una lotta per i diritti di tutti e tutte, le cose si portano a casa coi rapporti di forza, non per scambi mercantili o clientelari, favori personali, interessi individualistici. Ci sono pratiche sindacali differenti, noi vogliamo agire per l’interesse collettivo e attraverso la partecipazione diretta dei lavoratori e lavoratrici. Oggi questa assemblea mi sembra un segnale che va in controtendenza con
quello che c’è il giro. Concretamente possiamo cominciare a “mettere dei paletti” per chiarire e condivere quali sono le condizioni a cui non siamo più disposti a lavorare. La piattaforma nazionale già va in questa direzione, va ampliata con la parte sui servizi dell’accoglienza.

2) Pomeriggio: PANORAMICA SU: ATTUALE ASSETTO LEGISLATIVO (Legge di bilancio 2017, ex-L.Iori-Binetti, D.L. Lorenzin, D.L. Sicurezza, Legge di bilancio 2018); ESTENSIONE PIATTAFORMA con le lotte nell’accoglienza; CONFRONTO TRA CONTRATTI                                                                                A seguire: presentazione dei temi, il dibattito, le proposte.

PRESENTAZIONI

* Legislazione sui titoli: Nella legge di bilancio 2017, entrata in vigore 1/1/2018, sono comparsi una manciata di commi (594-601) che hanno trasformato l’originale testo di legge “Iori-Binetti” imponendo l’obbligo di laurea per l’esercizio della professione educativa, in tutti gli ambiti e servizi, confermando la divisione in educatori socio-sanitari e educatori sociopedagogici. Per i “diversamente titolati” e per chi è senza laurea universitaria, con meno di 50 d’età e 20 di servizio, è stata prevista una norma transitoria: acquisizione di 60 cfu, da pagarsi a proprie spese, presso l’università per avere l’equiparazione al titolo in scienze dell’educazione. Quasi nello stesso periodo il decreto Lorenzin ha messo mano all’ambito sanitario, imponendo l’iscrizione ad un albo professionale (con relativi costi d’iscrizione e di mantenimento, compresa la formazione con crediti ecm), per i laureati SNT2, a partire dal 1/7/2018. L’ultima legge di bilancio, entrata in vigore il 1/1/2019  ha esteso l’inclusione all’albo anche per i professionisti senza laurea SNT2 che nel corso degli ultimi 10 anni hanno svolto, per almeno 36 mesi, anche non continuativi, mansioni sanitarie e riabilitative in servizi sanitari e socio-sanitari;  ha confermato l’equipollenza per i post ’99 alla laurea SNT2, ovvero chi si è diplomato nelle scuole di formazione regionale negli anni 2000-2005, dopo 20 di vuoto legislativo, ora ha un titolo equiparato a quella laurea e l’obbligo di iscrizione all’albo delle professioni sanitarie;  ha confermato la possibilità per gli educatori socio-pedagogici di lavorare in ambito socio-sanitario “limitatamente agli aspetti pedagogici”, non meglio specificati. I riferimenti di legge per approfondire il tema: D.M. 520/98; L.205/2017; L.145/18 art.1; L.148/2018; art.4 L.44/99; L.4/2013; L.3/2018; D.M. 22/6/2016; D.Lgs 502/92.
Le schifezze non riguardano solo l’ambito parlamentare dal quale sono venuti fuori, negli anni, leggi ed emendamenti non chiari e talvolta anche in contrasto tra loro; ma soprattutto nelle realtà lavorative (enti locali, aziende, cooperative) e nella testa dei lavoratori e lavoratrici la confusione regna sovrana… e allora diventa necessario conoscere e continuare a rimanere informati sui movimenti che verranno per non cadere nelle trappole di capitolati d’appalto mal scritti o cedere a illegittime pressioni dei datori di lavoro o ancora evitare di spendere soldi ed energie inutilmente.
Nella piattaforma nazionale approvata dall’assemblea di settembre sono già contenute le rivendicazioni rispetto alla “tangente” da pagare alle università per mantene un posto di lavoro che continua ad essere sfruttato e sotto forte ricattabilità, non solo per il salario ma anche per altre condizioni contrattuali, per i processi di esternalizzazione, per la sovrastruttura degli enti-cooperative per cui lavoriamo e per il rapporto con l’utenza con cui lavoriamo. Si tratta di aggiungere eventuali altre rivendicazioni, partendo da quelle che sono anche delle linee giuda europee che parlano di profilo unico dell’educatore, sia come percorso formativo che come mansioni lavorative.

* Settore dell’accoglienza: Il percorso di mobilitazione è nato ben prima del D.L. Salvini, già ai tempi della MinnitiOrlando, cominciando a mettere a tema le criticità del sistema dell’accoglienza. Dall’estate 2018, appoggiati da ADL Cobas, partendo dalla piattaforma della Rete Nazionale, abbiamo iniziato a considerare la nostra lotta una parte della più ampia lotta degli operatori e operatrici sociali. Vorremmo aggiungere nella piattaforma nazionale la presenza della figura dell’operatore dell’accoglienza e le sue rivendicazioni. Abbiamo cominciato a scrivere delle “linee giuda” per darci delle indicazioni d’azione all’interno dei luoghi di lavoro. (Quali prospettive per i servizi che andranno in scadenza; indisponibilità a lavorare in servizi con condizioni al ribasso, a seguito della riduzione delle risorse da 35€ a 24-21 € per ogni inserimento per effetto del decreto; costruire assemblee sindacali nei luoghi di lavoro; interpellare le istituzioni locali e le prefetture sul futuro dei progetti e dei finanziamenti; ben prima della “disobbedienza dei sindaci” noi abbiamo richiesto la procedura di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo). Abbiamo stabilirto la centralità dell’etica del lavoro, rapportato ai diritti alla dignità dell’utenza dei servizi, uniti al miglioramento delle condizioni di lavoro.

* Contratti di lavoro: Conoscere le differenze tra i contratti, ma al di là delle differenze economiche che esistono, si tratta di stabilire quali sono i piani di analisi e di intervento. Senza il 5% di rappresentatività “non ti ricevono nemmeno e se ti ricevono ti fanno parlare e poi ti dicono che quando sarai il sindacato con la maggior rappresentatività nella categoria avrai potere decisionale”. Come movimentare le acque? Come far crescere la forza di rappresentanza, creandone una nuova, alternativa ai sindacati confederali, attualmente unici firmatari dei contratti nazionali? Come creare e diffondere e far partecipare ad una campagna che dica che le condizioni vanno migliorate?  Sul piano economico: prendiamo a riferimento il contratto pubblico impiego e troviamo modi per far emergere queste differenze (cosa comporta l’esternalizzazione e dimostrare che non sempre l’esternalizzazione è un rispsrmio per gli enti e un miglioramento della qualità). Abbiamo visto degli esempi di reppresentazioni grafiche-schematiche per far luce immediata sulle differenze salariali.  Sul piano dei diritti contrattuali il discorso si allarga, non riguarda solo il salario ma questioni legate alla salute (stress, usura, burn-out…), agli strumenti e i mezzi di lavoro; il lavoro indiretto di progettazione; la dispersione geografica dei luoghi di lavoro. Oltre alle rappresentanze sindacali (R.S.A.), sarebbe utile un lavoro congiunto coi rappresentati dei lavoratori per la sicurezza (R.L.S. Anche senza avere, sul piao nazionale, la rappresentatività necessaria per essere firmatari dei contratti collettivi, si possono costruire vertenze singole e collettive, magari coordinate e condivise, sostenute da campagne pubbliche, che possono aprire la strada a nuove rivendicazioni utili a tutti e a stabilire nuovi paletti per tutta la categoria.

DIBATTITO

Nella Piattaforma approvata dall’assemblea di settembre in merito all’imposizione dell’acquisizione dei 60 cfu per i “diversamente titolati” per avere l’equiparzione alla laurea L-19 SDE, si è puntato su: riduzione e/o annullamento dei costi a carico dei singoli lavoratori/lavoratrici; riconoscimento della formazione come orario di lavoro; riconoscimento di altre formazioni già acquisite ma non conteggiate; opposizione alla divisione socio-ped e socio-san e unificazione dei percorsi.
Con questa assemblea abbiamo riaffermato che questa imposizione trattasi di una “tangente” dal punto di vista economico e una “fuffa” dal punto di vista pedagogico, non definibile formazione (anche alla luce del fatto che tanti enti stanno spingendo per l’iscrizione ai corsi telematici). Gli educatori e le educatrici devono essere riconosciuti già ora, per il lavoro che fanno, non per effetto di una formazione e una futura riqualifica che non ha senso. Una delle ipotetiche future ripercussioni sul mondo del lavoro potrebbe anche essere quella di un aumento dei carichi di lavoro alla luce di un nuovo riconoscimento legislativo e forse chissà di inquadramento contrattuale. I poli tra cui si è dibattuto sono stati da un lato il boicottaggio assoluto di questi corsi, almeno per tutto il 2019, “contro l’ingiustizia senza mitigarla”, con anche l’aspettativa di una possibile rimessa in discussione legislativa da parte dell’attuale classe politica e quindi nuovi emendamenti che potrebbero rivedere i caratteri dell’attuale legge; dall’altro il tentativo di concretizzare una “riduzione del danno” “i lavoratori ci mettono la testa, chi paga il costo e il tempo impiegato?”, spingendo sulle controparti datoriali e soprattutto sulla possibilità di accedere a finanziamenti europei. Per qualcuno le due posizioni non sarebbero del tutto in contrasto; però dobbiamo considerare che tanti/e colleghi/e a questi corsi si sono già iscritti e che, attraverso l’organizzazione sindacale, è forse più possibile agire sullo sblocco di fondi per la formazione e soprattutto vigilare sulle future gare d’applato affinché non “taglino fuori” i lavoratori/lavoratrici con clausole che non tengano conto di questa finestra dei 3 anni per la riqualifica (attualmente rimasti 2 anni, essendo che 1 è già passato). In un contesto nazionale in cui la frammentarietà si esprime anche con linee politiche aziendali differenti nei vari territori questo succede spesso e allora dovremo condividere strumenti e pratiche di vertenzialità in difesa dei posti di lavoro. (Abbiamo già esempi di capitolati d’appalto impugnati da lavoratori e/o utenti e riscritti). In conclusione di questo ragionamento si è detto che non siamo contrari alla formazione, anzi la formazione è un diritto e un dovere di ciascun professionista e ciascuno da contratto ha un tot. di ore annue di formazione obbligatoria da svolgere in orario di lavoro retribuito e riconosciuto (12 ore/annue del c.c.n.l. Coop Sociali + la possibilità di concordare con l’azienda delle altre ore di formazione facoltativa individuale). Siamo contro la speculazione sulla formazione.

PROPOSTE

SUL TEMA CONTRATTO:  Quale azione di lotta più esplicita prossimamente? Un presidio sotto Legacoop? Sotto cgil? Per ri-condividere pubblicamente i nostri contenuti, i contenuti della piattaforma.  I colleghi/e di Tradate hanno scritto un comunicato di critica rispetto alle modalità di trattativa in merito al rinnovo del c.c.n.l. e l’hanno fatto girare nelle cooperative, sul territorio. E l’hanno condiviso in Rete come strumento utile a tutti/e.  I bolognesi propongono una conferenza stampa coordinata in varie città in cui ribadire pubblicamente le rivendicazioni contenute nella piattaforma e rilanciare furure mibilitazioni di contrasto al nuovo c.c.n.l. se verrà rinnovato senza reali miglioramenti  Adl Reggio vorrebbero costruire uno sciopero regionale su questi 3 temi (L. 205, accoglienza, contratto) con corteo-presidio a Bologna, sotto i palazzi di Regione e Legacoop, che stanno nello stesso luogo. Alla regione chiedere di utilizzare i fondi europei per abbattere i costi della riqualifica e chiedere intenzioni future sui servizi d’accoglienza; a Legacoop per contestarla.  Proposta di uno sciopero regionale anche in Lombardia e altre mobilitazioni.
PROPOSTE TEMATICHE:  Sempre a Tradate vorrebbero utilizzare le loro assemblee territoriali per propore incontri tematici di approfondimento, autoformazione e controinformazione (ed esempio la figura europea del “social worker” che tiene dentro educatori, assistenti sociali…)  A Mantova un tema di approfondimento vorrebbe essere l’intersezione tra lavoro sociale e femminismo, anche in vista dello sciopero dell’8 marzo.  Contrastare/problematizzare il tema del demandare i servizi ai volontari.  Contrasto al d.l. Sicurezza.  Utilizzo della radio bolognese con la trasmissione “il Welfare è sparito” come spazio di approfondimento, discussione e amplificazione sulle lotte.  Ulitizzo dei social (blog e pagine FB) per rimpallare notizie e mobilitazioni e tracciare una linea comunicativa comune. Nel marasma della frammentarietà provare a costruire linee comunicative chiare, pulite, unitarie. Sarebbe da ragionarci su come utilizzare gli strumenti di comunicazione.
PROSPETTIVE ORGANIZZATIVE E PERCORSI DI SINDACALIZZAZIONE:  Da tutti/e è stata riconosciuta l’importanza di puntare sul lavoro di partecipazione, coinvolgimento, organizzazione nei luoghi di lavoro, attraverso la sindacalizzazione e il coordinamento di rappresentanze sindacali  “aver condiviso coi colleghi la piattaforma ha fatto crescere delle consapevolezze”  in ogni luogo di lavoro puntare su quelli che sono gli aspetti fondamentali di un possibile lavoro sindacale (R.S.A. e R.L.S.) e intorno a quelli ricercare attivazione e partecipazione.
 Sul lungo periodo lottare per un processo di reinternalizzazione dei Servizi e di superamento degli appalti (l’accreditamento, che non è la soluzione ma fa perdere meno diritti contrattuali rispetto agli appalti, potrebbe essere un passaggio intermedio).  Accoglienza: rivendicare cosa? E’ possibile immaginare che, nonostante le riduzioni dei finanziamenti nazionali, noi si dica “andiamo avanti a lavorare e a prestare servizio?” In che modo, con che soldi? Per quanto tempo sarebbe possibile utilizzando degli accantonamenti che le aziende hanno immagazinato? Volendo le azende le risorse le avrebbero, preferiscono usarle per la geolocalizzazione piuttosto che altro (salari, progetti…). Dobbiamo rivendicare il fatto che i soldi vengano usati per la qualità del lavoro non per dispositivi inutili (come il controllo). In ogni caso rivendichiamo il fatto di essere dipendenti di un’ente (azienda, cooperativa) che ci ha assunto per svolgere servizi per la comunità e che la responsabilità di farci lavorare in quest’ambito, senza proporre tagli drastici di ore in alternativa al licenziamento.
PROPOSTE ASSEMBLEARI PER LA RETE:  Proposta di una 2gg estiva sui diritti degli Educatori (Rimini?)

SCIOPERO GENERALE 26 OTT

  • October 18, 2018 19:12

ANCHE GLI OPERATORI E LE OPERATRICI SOCIALI SCIOPERERANNO. IN DIVERSE CITTA’ D’ITALIA SCENDEREMO IN PIAZZA: IN CORTEO, CON PRESIDI, ASSEMBLEE PUBBLICHE PERCHE’ E’ ARRIVATA L’ORA CHE SIANO I LAVORATORI E LAVORATRICI DEL SOCIALE A DIRE QUAL E’ IL SENSO E IL VALORE DEL LORO LAVORO, COS E’ QUALITA’ DEI SERVIZI E QUALI SONO LE CONDIZIONI CHE DAREBBERO DIGNITA’ E RICONOSCIMENTO ALLA CATEGORIA.

ABBIAMO SCRITTO UNA PIATTAFORMA E PER MENO DI QUESTA NON CI FERMEREMO!

CAMBIAMO LA LEGGE 205 E IL D.D.L LORENZIN. VOGLIAMO UN CONTRATTO UNICO DI CATEGORIA, DIGNITOSO, NON QUELLI FIRMATI FIN’ORA DAI SINDACATI CONFEDERALI E LE CENTRALI COOPERATIVE. BASTA CON GLI APPALTI AL MASSIMO RIBASSO.

 

“DIGNITA’ PER IL LAVORO EDUCATIVO. UNIAMO LE LOTTE”

  • October 13, 2018 11:54

PIATTAFORMA RINNOVO C.C.N.L. E LEGGE 205 (ex-Iori)

  • October 12, 2018 18:44

Pubblichiamo la Piattaforma approvata durante l’incontro nazionale della Rete il 22 settembre 2018. I temi principali: RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE COOPERATIVE SOCIALI e L. 205 EX-IORI E RELATIVI CORSI DI RIQUALIFICA. Invitiamo tutti i colleghi e le colleghe a leggerla, discuterla, condividerla, farla circolare nei luoghi di lavoro. Il 26 OTTOBRE in occasione dello SCIOPERO GENERALE la porteremo in piazza.

L’assemblea nazionale ha deciso di aderire allo SCIOPERO GENERALE DEL 26 OTTOBRE, sostenendo la piattaforma dei sindacati di base e con l’intenzione di attraversare questa giornata di lotta con una specifica piattaforma rivendicativa di settore. In queste settimane si stanno svolgendo assemblee nei diversi territori per discutere sulle modalità di mobilitazione nella giornata del 26:

LUNEDI 15 OTTOBRE ORE 21 A MILANO (SEDE COBAS Viale Monza 160)

GIOVEDI 19 OTTOBRE ORE 18.30 A REGGIO EMILIA (CASA BETTOLA Via Martiri della Bettola 6)

 

PIATTAFORMA RETE NAZIONALE OPERATORI SOCIALI:

  1. LEGGE” “IORI” (7 articoli, dal 594 al 601, presenti nella legge di Bilancio 205 ed entrata in vigore il 1.01.2018)

  1. Il COSTO del CORSO per acquisire il titolo di Educatore Professionale (non equipollente alla laurea in scienze dell’educazione) NON DEVE RICADERE sulle lavoratrici e i lavoratori. Vedi Art. 597 che tra le altre cose dice “le cui spese sono poste integralmente a carico dei frequentanti”.

    1. Possibili sotto – obiettivi: I lavoratori che frequenteranno il corso intensivo possono accedere alle agevolazioni previste dal Diritto allo Studio;

    2. Possibili interlocutori: Regioni. Quest’ultime dovranno poi proporsi come mediatori tra Lavoratori, Università, LegaCoop e Confcooperative al fine di trovare una possibile soluzione che riduca o annulli i costi del percorso formativo.

  2. Le Università, i Servizi, gli Enti del Terzo Settore, le Cooperative si organizzino affinché la riqualifica di migliaia di lavoratrici e lavoratori avvenga attraverso la FORMAZIONE SVOLTA in orario di lavoro.

  3. RICONOSCIMENTO e CONTEGGIO della formazione e dei titoli che negli anni di studio e di lavoro ciascuno/a ha sostenuto. L’applicazione delle norme transitorie porti a stabilire una più specifica compensazione formativa in numero di crediti da 0 a 60, secondo i propri curricula formativi.

  4. RICONOSCIMENTO e CONTEGGIO di CFU ACQUISITI in ALTRI percorsi di LAUREA UMANISTICHE.

  5. RIVEDERE I PARAMETRI necessari ad ACQUISIRE il TITOLO di Educatore Professionale SENZA DOVER SEGUIRE IL CORSO

  6. Venga prevista per legge la necessità di una FORMAZIONE PERIODICA E CONTINUA su tematiche proposte dai lavoratori in base ai bisogni emersi, che venga certificata e riconosciuta in orario di lavoro.

  7. ELIMINAZIONE DELLA DIVISIONE TRA EDUCATORE SOCIO – PEDAGOGICO e SOCIO – SANITARIO, che rappresenta un’ulteriore frammentazione della categoria legata ad interessi lobbistici delle accademie che andrebbe sostituita con un percorso formativo unico e con pari possibilità di accesso al lavoro. (1)

  1. C.C.N.L. Cooperative sociali e in generale sui numerosi contratti esistenti per la categoria:

  1. AUMENTO PAGA BASE ORDINARIA. La Rete Operatori Operatrici Sociali sostiene la necessità di:

  • un CONTRATTO UNICO DI CATEGORIA, con riferimento al migliore dei contratti esistenti ovvero quello del pubblico impiego che considera full-time 36 ore settimanali;

  • un salario equiparato alla media dei salari italiani per ruoli professionali per i quali è richiesta la laurea.

  1. NO ABUSO DELLA BANCA ORE: Le ore straordinarie inserite in banca ore devono essere concordate dalle parti (coi lavoratori e le loro rappresentanze sindacali), in base alla effettiva flessibilità lavorativa e alle esigenze del Servizio e devono essere corrisposte le maggiorazioni delle ore straordinarie. La B.O. non deve essere legittimata come strumento per non retribuire le ore a straordinario, né per coprire gli ammanchi di lavoro non riconducibili al lavoratore stesso. In alternativa, dopo 6 mesi il lavoratore può decidere se farsi corrispondere in denaro il residuo della B.O. o usarla come riposo (B.O. Positiva). La B.O. Negativa non deve esistere, il lavoratore deve essere pagato per le ore indicate sul contratto e per le quali offre la propria disponibilità al lavoro. Non è possibile cambiare il monte ore in itinere, se non con firma consensuale di un contratto di lavoro differente dal precedente. Le assenze dell’utenza, il rischio d’impresa come il calo di ore di un appalto o di un servizio non possono ricadere sul lavoratore.

  1. MAGGIORI TUTELE E DIRITTI PER LA MATERNITA’: come già viene applicato in alcune tipologie di servizi, le operatrici che svolgono attività a diretto contatto con l’utenza

a rischio fisico alto e a stress correlato per l’allattamento, hanno diritto ad un riconoscimento della maternità obbligatoria – per il periodo da inizio gravidanza fino al 7° mese del bambino (allattamento) – con retribuzione al 100% e maturazione delle ferie (D.Lgs 151/01, art. 7 + alleg. A – punto L). Per altri ambiti di lavoro/settore a rischio basso deve essere prevista invece la possibilità di cambio mansione temporanea (coincidente il periodo della maternità obbligatoria fino al 3°mese del bambino). Nonché al mantenimento del proprio posto di lavoro al rientro dalla maternità.

  1. RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONE COME LAVORO USURANTE ai fini del riconoscimento di indennizzo economico e pensione anticipata (con riferimento ai protocolli di valutazione rischi e tipologia di lavoro notturno e con turnazione h24)

  1. RICONOSCIMENTO e AUMENTO delle ore indirette (non frontali) per supervisioni pedagogiche e psicologiche, progettazione, monitoraggio, verifica dei progetti educativi, pianificazione degli interventi e riunioni d’equipe. Queste ore sono una parte fondamentale del lavoro degli operatori sociali e degli educatori, sia per la tutela della salute psico-fisica dell’operatore stesso, sia per garantire un lavoro di qualità con l’utenza e nello stesso tempo di crescita qualitativa dei Servizi nel loro complesso. Sono ore che devono essere garantite e retribuite sempre, con una pianificazione annuale, mensile e settimanale pari Nelle situazioni migliori, ad alto profilo qualitativo, corrispondono quasi ad 1/3 delle ore settimanali di lavoro.

  1. NO alle NOTTI PASSIVE. Tutte le ore, diurne o notturne, in cui il lavoratore/lavoratrice è sul luogo di lavoro, a disposizione del datore di lavoro e in condizioni di svolgere le proprie mansioni, sta lavorando e quindi va retribuito con maggiorazione notturna del 30%. – ART.1 L.66/2003

  1. AUMENTO DELLE TUTELE ASSICURATIVE E RIMBORSO CHILOMETRICO per USO MEZZO PROPRIO. L’uso dei propri mezzi di trasporto per garantire il funzionamento del Servizio e l’espletamento degli interventi educativi deve prevedere sempre un’assicurazione del mezzo, dell’operatore alla giuda e un rimborso chilometrico che riconosca l’usura del mezzo e il costo del carburante, come da Tabelle ACI. In caso di sinistro, con la propria auto, durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, l’aumento del premio assicurativo deve essere coperto dall’azienda.

  1. Gli spostamenti da una sede all’altra di lavoro, durante l’arco della giornata lavorativa, devono essere riconosciute come ore di lavoro e quindi tempo retribuito. Nelle situazioni migliori, ad alto profilo qualitativo, viene riconosciuto fino ad un’ora di spostamento tra una sede e l’altra.

  1. RICONOSCIMENTO ORE di 60 MINUTI per gli Educatori dell’integrazione scolastica anche laddove le ore di lezione durano 50 o 55 minuti.

  1. ELIMINAZIONE della sospensione dal LAVORO in caso di MALATTIA dell’utente per gli Educ. dell’Integrazione Scolastica. L’Educatore deve essere una figura professionale che lavora con la scuola e il suo monte ore settimanale deve essere usato sia per il lavoro con il minore certificato sia per il lavoro col gruppo classe/istituto scolastico con cui il minore convive. Nelle situazioni migliori, ad alto profilo qualitativo, viene riconosciuta la figura dell’educatore di plesso.

  1. ABOLIZIONE del contratto part-time ciclico verticale per coprire la sospensione di lavoro e di salario durante il periodo estivo per gli educatori che lavorano nell’integrazione scolastica. Continuità di lavoro e di salario per tutti i 12 mesi dell’anno. Stesura di appalti sull’intera annualità che comprenda il periodo scolastico e il periodo estivo e riconoscimento del lavoro estivo come tempo di verifica e progettazione.

  1. RICONOSCIMENTO DELLA 14°MA MENSILITA’, così come riconosciuto da altri CCNL di categoria (Uneba)

PROGRAMMA INCONTRO SABATO 22 settembre

  • September 20, 2018 14:55

DALLE 10 A PIANO TERRA via Confalonieri, 3 – MILANO –

(in zona ci sarà il mercato, per cui più del solito potrebbe non esserci parcheggio nelle vicinanze)

10.00-10.30 accoglienza e caffè

10.30-12.00 Aggiornamenti situazioni territoriali:
Stato di salute collettivi, mobilitazioni in corso, criticità nei Servizi e nei territori

12.00-13.00 Punto della situazione nazionale: rinnovo CCNL, effetto legge Iori e ddl Lorenzin, studio sugli appalti ricerca fatta dai colleghi di Reggio Emilia)

13.00-14.00 pausa pranzo (a cura del gruppo di Milano)

14.00-16.30 Proposte di intervento/mobilitazioni condivise e coordinate sui vari territori.

16.30-17.30 Rilancio piattaforma e Rete Nazionale

Vi invitiamo a portare materiali da condividere e vi aspettiamo belli carichi sabato!

INCONTRO DI COORDINAMENTO NAZIONALE SABATO 22 SETTEMBRE

  • September 14, 2018 14:13

INCONTRO DI COORDINAMENTO NAZIONALE OPERATORI OPERATRICI SOCIALI
SABATO 22 SETTEMBRE                                                                                                               DALLE 10.00 ALLE 17.00
MILANO – PIANO TERRA (SPAZIO AUTOGESTITO) VIA CONFALONIERI 3

LEGGE “IORI”
(ovvero 7 articoli (594-601) della legge di bilancio 205 entrata in vigore il 1/1/2018)
DECRETO LORENZIN
RINNOVO DEL C.C.N.L. COOPERATIVE SOCIALI
CODICI E LINEE GUIDA DEGLI APPALTI

Nemmeno durante l’estate diversi gruppi di operatori e operatrici sociali hanno smesso di
incontrarsi e coordinarsi per discutere su come affrontare le criticità e le ingiustizie che
sempre più pesano sulla nostra categoria. Alcune sono condizioni generali, nazionali,
come il contratto (C.C.N.L. Il più diffuso tra i 17 esistenti, scaduto da 6 anni e con
pessime ipotesi di rinnovo entro l’anno) o come la legge 205 “Iori”che impone la
necessità, a decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici, di tornare in università a
comprarsi il titolo per continuare a svolgere il lavoro che già fanno; altre sono condizioni
più specifiche, territoriali, ma accomunate dalle stesse logiche di taglio, risparmio,
peggioramento delle condizioni di lavoro e di qualità dei Servizi come il meccanismo
delle gare d’appalto e le concessione dei Servizi pubblici a gestori privati.
La Riforma del Terzo Settore mostra bene la direzione di come in Italia il Terzo Settore
sia, indubbiamente, uno dei principali mercati di ricerca di investimenti privati per
profitti privati, sostituzione del bene pubblico con con logiche di guadagno e per chi ci
lavora di concentrazione delle peggiori forme di sfruttamento e ricattabilità.
Un aumento della precarizzazione a discapito non solo dei lavoratori, che costituiscono
la principale spesa di gestione dei Servizi, ma anche della qualità stessa dei servizi e dei
diritti dell’utenza.
Anche l’approvazione del decreto Lorenzin, quasi contemporaneo all’approvazione della
legge “Iori” ha puntato ad una definizione formale e fittizia della categoria, attraverso
la creazione di un albo professionale, con gravi conseguenze di esclusione di decine di
migliaia di professionisti del settore, formatisi attraverso scuole di formazione regionali,
che oggi risultano essere “illegali” per lo svolgimento della professione. La ripresa dei
lavori, a Milano, si è aperta cosi’, con un presidio l’11 settembre, sotto il palazzo della
Regione, indetto dagli “educatori per l’equipollenza”, insieme a diverse sigle sindacali,
per chiedere il riconoscimento del proprio titolo di studio e l’abilità al lavoro.

LEGGE “IORI”
(ovvero 7 articoli (594-601) della legge di bilancio 205 entrata in vigore il 1/1/2018)
DECRETO LORENZIN
RINNOVO DEL C.C.N.L. COOPERATIVE SOCIALI
CODICI E LINEE GUIDA DEGLI APPALTI

Sono i temi centrali su cui negli ultimi mesi Reti, Collettivi, Sindacati, singoli
lavoratori/lavoratrici si sono mossi e continuano a fare producendo documenti,
piattaforme, rivendicazioni e su cui crediamo sia necessario costruire un’ampia
mobilitazione, in più città e regioni possibili, a partire da una piattaforma il più possibile
inclusiva e unitaria. Senza cercare un’unica sintesi che tenga dentro tutte le istanze e le
soggettività esistenti, ma conoscendo, sostenendo e coordinandosi puntiamo
all’organizzazione di uno o più fronti di lotta per il miglioramento delle condizioni della
nostra categoria.

LA RETE NAZIONALE OPERATORI OPERATRICI SOCIALI, CHE DA ANNI HA PRESO
POSIZIONE SU TUTTE QUESTE QUESTIONI E GIÀ DIALOGA CON DIFFERENTI REALTÀ
SINDACALI E DI SETTORE, INDICE UN’ASSEMBLEA PUBBLICA APERTA A TUTTI I
LAVORATORI E LE LAVORATRICI, GRUPPI E FORZE SINDACALI PER CONDIVIDERE IPOTESI
E LINEE DI MOBILITAZIONE E DEFINIRE L’AGENDA DELLE AZIONI RIVENDICATIVE DEI
PROSSIMI MESI.

PIATTAFORMA PER IL RINNOVO DEL C.C.N.L.

  • July 7, 2018 10:17

 VERSO LA MOBILITAZIONE NAZIONALE

 

RETE NAZIONALE OPERATORI OPERATRICI SOCIALI

PIATTAFORMA PER IL RINNOVO  DEL C.C.N.L. Cooperative Sociali

Negli ultimi mesi, in diverse città del paese, si sono svolte assemblee con lavoratori e lavoratrici del settore in merito al rinnovo del Contratto Collettivo Cooperative Sociali. Il principale C.C.N.L. del Terzo Settore, scaduto ormai nel lontano 2012. E’ un contratto che svaluta fortemente il ruolo delle operatrici e degli operatori sociali che lavorano nel mondo del sociale e nel contempo non tiene conto delle evoluzioni normative: Legge “Iori” 205, Riforma del Terzo Settore, ma solo conferma la riduzione della spesa pubblica nell’ambito del welfare e sociale. Siamo consci che il C.C.N.L. rappresenta numerose e differenti professionalità, tutte che operano per rispondere ai problemi che impediscono l’autonomia personale, la realizzazione di sé e il pieno diritto di dignità e inserimento sociale e allora crediamo che questo contratto debba essere rivisto e rinnovato nella direzione del valore e riconoscimento di questo fondamentale ruolo sociale. Crediamo che il Contratto Nazionale debba essere uno dei pilastri principali che dimostri l’avanzamento qualitativo nella gestione dei Servizi, nella costruzione di un’unità di categoria e nella tutela delle condizioni ci chi lavora e lavorerà in questo settore.

Basta alla surreale esistenza di circa 17 differenti contratti di categoria!

Crediamo necessario definire un unico contratto nazionale, non al ribasso, affinché si possa rendere uniforme il lavoro sociale in tutto il territorio nazionale.

Basta con un stipendio insufficiente per il costo della vita e precario!

La retribuzione, comparata sia a livello europeo, sia alla media nazionale, risulta nettamente inferiore alle altre professioni di cura e di risposta ai bisogni primari della persona.

Come Rete Nazionale stiamo raccogliendo tutti i contributi provenienti da operatori e operatrici di tutto il paese.

Di seguito i punti che proponiamo per una piattaforma comune:

  • AUMENTO DELLA PAGA BASE ORDINARIA

  • PASSAGGIO AL TEMPO PIENO A 36 ORE SETTIMANALI A PARITA’ DI RETRIBUZIONE MENSILE

  • ABOLIZIONE DELL’USO DELLA BANCA ORE, A SFAVORE DEL LAVORATORE, PER MASCHERARE ORE DI LAVORO STRAORDINARIE NON RETRIBUITE

  • RICONOSCIMENTO DELLE ORE NOTTURNE COME ORE DI LAVORO. NO ALLE NOTTI PASSIVE.

  • GARANZIA DEL LAVORO E DEL SALARIO PER TUTTI I 12 MESI DELL’ANNO

  • RICONOSCIMENTO E RETRIBUZIONE DELLE ORE DI BACKOFFICE “ORE INDIRETTE” (PROGETTAZIONE, PROGRAMMAZIONE, VERIFICA) IN PERCENTUALE ADEGUATA AL MONTE ORE SETTIMANALE E AI CARICHI DI LAVORO.

  • TUTELA DELLA MATERNITA’ AL 100%, A PARTIRE DALLE PRIME SETTIMANE DI GESTAZIONE

  • RICONOSCIMENTO DEL LAVORO SOCIO-EDUCATIVO, SOCIO-SANITARIO, SOCIO-ASSISTENZIALE COME CATEGORIA DI LAVORO USURANTE

  • INDENNIZZO ECONOMICO, OLTRE AL RIMBORSO KILOMETRICO, PER L’USO DEI BENI MOBILI E IMMOBILI, DI PROPRIETA’ DEGLI OPERATORI CHE VENGONO UTILIZZATI NELLO SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO.

  • INDENNITA’ DI FLESSIBILITA’ E REPERIBILITA’ PER CHI LAVORA SU DIFFERENTI SERVIZI E IN SITUAZIONI D’EMERGENZA.

RICONOSCIMENTO, RICOMPOSIZIONE, ORGANIZZAZIONE

  • February 20, 2018 16:45

Nel mese di marzo diversi collettivi territoriali afferenti alla Rete Nazionale Operatori Operatrici Sociali indiranno Assemblee Pubbliche per far incontrare i lavoratori e le lavoratrici dei Servizi socio-educativi e socio-sanitari, per confrontarsi anche con le realtà sindacali e per costruire piattaforme propositive e migliorative  in tema di Contratti, applicazione della Legge Iori, ragionamento sulle prospettive di riforma del Terzo Settore.

Le prime Reti locali che si stanno mobilitando per costruire e coordinare tra loro queste Assemblee sono quella milanese, bolognese, mantovana. Seguiranno date, riferimenti, report….

Intanto invitiamo tutti i colleghi e le colleghe ad aggiornarsi in merito alle nuove legislazioni a partire dalla Legge Iori e il d.d.l. Lorenzin, a seguire le proposte della Rete Nazionale e organizzare assemblee sia nei luoghi di lavoro, sia nei territori.

 

A fine 2017 sono state approvate la Legge Iori e il decreto Lorenzin, entrambi i provvedimenti vanno a modificare l’assetto legislativo e l’accesso al lavoro per le professioni educative. Che rapporto c’è tra il nuovo “riconoscimento della categoria” tornare in università dopo anni di lavoro e il miglioramento delle condizioni di lavoro? Come verranno organizzati i corsi di riqualifica per chi già lavora, da anni, come educatore, ma non ha la laurea in scienze dell’educazione o educatore professionale? Chi pagherà questi corsi di riqualifica? Fatte le leggi bisogna costruirne l’applicabilità… Cosa chiedono i lavoratori agli Enti locali, alle Centrali Cooperative, ai Sindacati?
Da mesi ormai sono in ballo le trattative tra i firmatari del C.C.N.L. per il rinnovo dei contratti nazionali e per diversi mesi ancora le trattative proseguiranno… ma i lavoratori cosa dicono di questi contratti? Lavoro estivo, notti passive, banca ore, bassi salati e nemmeno sempre garantiti… Forse il “riconoscimento” dovrebbe passare anche da qui oltre che da un “caro” attestato universitario.
In questi anni abbiamo seguito le vicende lavorative di tanti/e colleghi di Milano, dell’area metropolitana, ma anche oltre, nel paese, in relazione con altre Reti e collettivi territoriali, intervenendo a difesa dei diritti dei lavoratori e della qualità dei Servizi. Siamo testimoni del fatto che organizzarsi è possibile e conquistare migliori condizioni anche e in questa serata vorremmo socializzare alcune di queste esperienze e poterne incontrare di nuove.
Dunque vi aspettiamo numerosi/e Mercoledi 7 marzo alla Ligera (viale Padova 133, Milano) dalle 19.30 per un apericena per cominciare alle 21.00 l’Assemblea. Saranno presenti anche alcune realtà sindacali.

  • February 20, 2018 16:28

Legge Iori: GIOCO DELLA TORRE O TRAMPOLINO DI LANCIO?

  • February 17, 2018 19:52
written by Operatori Sociali Milano

SE SARA’ UNA CONQUISTA DIPENDERA’ DA NOI LAVORATORI E LAVORATRICI E DALLE MOBILITAZIONI CHE RIUSCIREMO A COSTRUIRE

Il 2017 si chiude con l’approvazione della legge Iori, dopo un lungo iter parlamentare che aveva coinvolto anche la Rete Nazionale Operatori Sociali; fin da subito emerge tra i lavoratori e le lavoratrici un importante dilemma: la nuova legge servirà a “buttare giù dalla torre” tanti operatori sociali e altrettanti insegnamenti fondamentali che costituiscono la ricchezza professionale del settore oppure è un primo importante passo verso una migliore definizione e regolamentazione del nostro lavoro?

In vigore dal 1° gennaio 2018 la Legge Iori (Legge 205, comma 594-601” “Disciplina della professione di educatori e pedagogisti”) ha stabilito che per svolgere la professione di educatore e pedagogista saranno necessarie le specifiche lauree (L-19 scienze dell’educazione; L-SNT2 medicina e chirurgia; per fare gli educatori. LM-50; LM-57; LM-85, LM-93 come lauree magistrali).

E chi già lavora con questo ruolo senza laurea o con altri titoli?

Se si lavora da almeno 3 anni, con regolare contratto, ci si potrà riqualificare presso le università, acquisendo 60 Cfu e l’equiparazione con il titolo in Scienze dell’educazione e la finestra per usufruire di queste norme transitorie è di 3 anni dall’emissione della legge.

Se il lavoratore/lavoratrice ha già 20 anni di regolare lavoro o 50 d’età con 10 anni di regolare lavoro è già “equiparato”.

Diversamente da chi, per molti anni, si è speso a favore di un’unificazione della categoria, sia dal punto di vista della formazione, che dal punto di vista del ruolo professionale, la legge Iori (così come il contemporaneo decreto Lorenzin) stabilisce l’esistenza di due profili, due percorsi, due ruoli differenti: educatori socio-sanitari e educatori socio-pedagogici, ripercorrendo la logica per cui nel 1998, con il D.M. 520, la lobby medica stabilì un riconoscimento legislativo ai laureati di classe L-SNT/2, così nel 2017 la lobby pedagogica, con la Legge 205 – Iori, dà riconoscimento legislativo ai laureati in Scienze dell’educazione.

Così come i primi esclusero i secondi dai Servizi Sanitari, ora viceversa, i secondi escludono i primi da mansioni socio-pedagogiche. Peccato che, fino ad ora, nel mondo del lavoro, agli uni e agli altri, siano state richieste le stesse mansioni di progettazione e realizzazione di progetti legati al benessere globale della persona, uguale è stato l’ingiusto riconoscimento salariale e uguale dovrebbe essere l’organizzazione multidisciplinare dei Servizi (per cui gli educatori insieme a psicologi, sociologi, antropologi, medici, assistenti sociali, operatori socio-sanitari vanno a costruire quella globalità e organicità di risposte alla complessità dei bisogni dei soggetti con cui lavorano).

Una cosa è chiara a noi della Rete Operatori Operatrici Sociali Milano: se davvero questa legge è stata approvata per dare dignità e riconoscimento ad una categoria per troppi anni rimasta indefinita, a causa di una cattiva gestione istituzionale, allora questo intento deve attraversare l’intero sistema di Welfare e dei Servizi alla persona. Come dire: fatta la legge che stabilisce l’accesso al lavoro, ora si pensi al lavoro! Crediamo che il giudizio rispetto a questa legge sia legato alla modalità con cui verrà applicata e molto dipenderà dalla possibilità di invertire il trend di disinvestimento e precarizzazione dell’intero settore. Se questa legge avrà solo l’effetto di ri-mandare migliaia di lavoratori, precari e sottopagati, a riqualificarsi in università, facendo pagare loro il prezzo di un vuoto legislativo, per poi ritrovarsi a lavorare alle stesse condizioni, con gli stessi pessimi contratti, il nostro giudizio sarà totalmente negativo e la nostra opposizione netta.

Gli Enti gestori e le Centrali Cooperative cosa faranno per agevolare i lavoratori e le lavoratrici nel percorso di riqualifica?

I sindacati cosa faranno per sostenere i lavoratori e le lavoratrici nel riconoscimento nella formazione sul campo, nell’inquadramento contrattuale a fronte della titolarità ottenuta ?

Crediamo che sia fondamentale che nei prossimi mesi studenti e lavoratori del settore colgano questo importante passaggio e si organizzino per costruire la più ampia mobilitazione possibile insieme alle forze sindacali, e insieme alle Reti già esistenti, affinché:

  • Si rivendichi la possibilità di non far ricadere i costi della riqualifica interamente sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori.

  • Tutti/e possano usufruire dei permessi studio (come previsto dai Contratti Nazionali)

  • Venga stabilita una maniera per vedersi riconosciuta la continua formazione che negli anni di lavoro ciascuno/a ha sostenuto (come previsto dai Contratti Nazionale)

  • Si rivendichi un reale riconoscimento della professione che passi anche dal miglioramento delle condizioni di lavoro e miglioramento delle condizioni dei Servizi.

Crediamo che a partire da questa questione se ne debbano sviluppare tante altre, a partire da un miglioramento salariale, in un momento in cui sono aperte le contrattazioni per il rinnovo dei contratti di categoria, a partire dal C.C.N.L. delle Cooperative Sociali scaduto da oltre 5 anni.

Difendiamo i nostri diritti e la dignità del nostro lavoro!

LA “LEGGE IORI”: UN PASSO AVANTI, MA SOLO IL PRIMO

  • February 17, 2018 19:47

La legge conosciuta ai più come “legge Iori” (e poi Iori – Binetti) non è riuscita a concretizzarsi con il classico iter parlamentare. Questo la dice lunga sulle difficoltà che ha incontrato durante il proprio percorso, percorso che ha portato a molte mediazioni, a compromessi ed a qualche cambio di rotta e ha, infine, condotto in porto quella che ora conosciamo come “legge 205, comma 594 – 601”. Da un certo punto di vista riteniamo questa legge positiva, soprattutto la consideriamo un buon “primo passo” verso una regolamentazione ed un riconoscimento di figure professionali fino a ieri lasciate quasi al…

8° INCONTRO ReNos: Rete Nazionale operatori sociali

  • June 1, 2017 13:03

SIAMO OVUNQUE: RICOMPONIAMO LE TRAME, UNIAMO LE LOTTE !

SABATO 10 GIUGNO 2017 ORE 10

PIANO TERRA – via Confalonieri 3 – MILANO –

(fermata Isola metropolitana lilla)

Nel cuore della gentrificazione milanese, in mezzo ai grattaceli del quartiere Isola, al Piano Terra di via Confalonieri 3, esiste da 5 anni uno spazio autogestito, liberato da studenti, lavoratori, precari; uno spazio che da 3 anni ospita anche la Rete Milanese Operatori Operatrici Sociali e che SABATO 10 GIUGNO 2017 sarà lieto di ospitare l’8°INCONTRO NAZIONALE DELLA RETE OPERATORI SOCIALI. I lavori cominceranno alle ore 10.00 e termineranno intorno alle 17.00, pausa con pranzo compresa.

Il 10 giugno sarà l’occasione per fare il punto dell’anno che è stato, nei vari territori, e socializzare strumenti e pratiche di lotta.

Sarà l’occasione per conoscere e ragionare collettivamente su altri percorsi, sviluppatisi in questi mesi, a partire da una critica di chi lavora nel sociale a fianco delle fasce sociali più deboli e sfruttate, nel tentativo di coniugare diritti e dignità per chi lavora e per le persone con cui si lavora, si pensi alle assemblee contro la legge Minniti-Orlando di Roma e Bergamo, di questa primavera.

Poco più di un anno fa, a Roma, nel 7° incontro nazionale, si sono approfonditi discorsi su Legge Iori-Binetti 2656, linee giuda per la costruzione di capitolati d’appalto non al “massimo ribasso”, istanze e rivendicazioni, dalla parte dei lavoratori/trici, in tema di contratti nazionali. Questioni grosse, tutt’ora aperte, sulle quali, nei mesi che sono seguiti al quel 30 aprile 2016, sono state avviate campagne nazionali: #CAMBIAMOLALEGGEIORI e mobilitazioni territoriali contro i tagli, in difesa della qualità dei Servizi e delle condizioni di lavoro. Sono state battaglie importanti, talvolta totalmente autorganizzate da operatori, altre volte costruite insieme a sigle sindacali di base e sostenute legalmente.

Il 10 giugno sarà anche l’occasione per stabilire quale continuità dare ai percorsi già avviati e su quali aspetti generali costruire coordinamento e mobilitazioni nazionali future; sarà l’occasione per riaffermare il senso e le modalità d’azione di una Rete nazionale autorganizzata di lavoratori e lavoratrici del sociale.

Già sono arrivate alcune adesioni da un paio di realtà milanesi, da Mantova, Bologna, Genova, Roma. A tutti e tutte i lavoratori e le lavoratrici della categoria è aperto l’invito e il compito di chiamare altri/e colleghi e colleghe a portare il proprio contributo:

Operatori sociali di tutto il paese!

Fate circolare la voce, parlatene coi colleghi, pubblicate questa convocazione,

mandate spunti e proposte che verranno inseriti all’interno del programma!

Chiamateci per altre info logistiche

FB Operatori Sociali BLOG operatorisociali.noblogs.org tel. 3494003954

PROGRAMMA DELLA GIORNATA

MATTINA: faremo il punto sui lavori della Rete e sulle situazioni territoriali

10.00 – 10.30

          arrivi, accoglienza, caffè, presentazioni

10.30 – 13.00

  • resoconto delle campagne nazionali portate avanti negli ultimi 12 mesi

  • raccolta delle recenti esperienze territoriali (con l’obiettivo di far emergere strumenti politici e dispositivi organizzativi utili a tutti i lavoratori del settore)

  • inquadramento generale delle politiche sociali; trasformazioni del welfare; mercato del Terzo Settore

13.00 – 14.00

    pausa pranzo e intervallo (partecipazione e offerta libera)

    POMERIGGIO: come rilanciare la Rete; come sostenere le realtà territoriali.

     La proposta è quella di una prima parte di lavoro in sottogruppi e una plenaria finale.

14.00 – 16.00

     ragionamenti e produzioni su:

    1) contratti nazionali: come intervenire in sede di contrattazione e rinnovo

     2) capitolati e gare d’appalto: come puntare alla difesa e al miglioramento del Servizio

    3) strumenti e forme di lotta: autorganizzazione e coordinamenti territoriali e nazionali

15.45 – 16.00

     pausa e intervallo

16.00 – 17.00/17.30

     Plenaria conclusiva: condivisione dei ragionamenti dei sottogruppi;

     accordi sulla prosecuzione del percorso nazionale;

      indicazioni utili per le realtà territoriali.

  • July 2, 2016 07:36

 

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https://www.change.org/p/deputati-e-senatori-del-parlamento-italiano-cambiamolaleggeiori?recruiter=330359463&utm_source=petitions_show_components_action_panel_wrapper&utm_medium=copylink

LA LEGGE 2656 IORI-BINETTI VA CAMBIATA ! SCARICA SUI LAVORATORI IL PREZZO DI UN DECENNALE VUOTO ISTITUZIONALE

  • June 17, 2016 07:53

La Rete Nazionale Operatori Operatrici Sociali (ReNOS) ha seguito con particolare interesse gli sviluppi di costruzione della legge 2656, dalla prima stesura del testo unico al susseguirsi dei vari emendamenti che, in corso d’opera, ne hanno caratterizzato e modificato la sostanza.
Vogliamo esprimere il nostro punto di vista, quello di centinaia di lavoratori e lavoratrici, aderenti alla Rete, in merito a questa proposta di legge, probabilmente prossima alla sua approvazione.
Riteniamo fondamentale che tutti gli educatori/educatrici vengano a conoscenza di questo progetto di legge e delle istanze di cambiamento dello stesso, che dalla base stanno emergendo.
Riteniamo doveroso che le future commissioni parlamentari che dovranno valutare la proposta di legge, prima della sua approvazione, tengano in seria considerazione queste stesse istanze.

NO ALLA SEPARAZIONE IN DUE PROFILI E RUOLI PROFESSIONALI DIFFERENTI:
Questa proposta di legge sancisce la divisione tra due tipi di educatori, due percorsi formativi, due diversi ambiti d’intervento: l’educatore socio-pedagogico e l’educatore socio-sanitario. Ma a chi giova questa divisione?
Due figure differenti che vanno contro alle tendenze europee di unificazione dei percorsi, due identità che sanciscono definitivamente i poteri individualistici delle accademie che, invece di integrarsi per generare un unico percorso formativo completo e definitivo, sottoscrivono i propri interessi personalistici e differenziano ulteriormente i curricula formativi e gli sbocchi occupazionali; due tipologie che generano un problema di discrepanza tra il numero di operatori necessari al funzionamento dei Servizi e il numero di laureati (eclatante il caso dei Servizi Socio-Sanitari che non potrebbero esistere con la sola presenza dei laureati di classe L SNT/2). Una divisione che non trova chiarezza rispetto agli sbocchi occupazionali nei Servizi misti socio-sanitari (per lo più Servizi per la disabilità media e grave). Una divisione che rischia di scindere ulteriormente l’identità professionale dell’educatore, creando un livello di serie A e uno di serie B.
Due definizioni che escludono, nel disegno di legge, migliaia di lavoratori e lavoratrici che da anni operano nei Servizi con stessi ruoli e mansioni degli educatori, ma che sono stati vittima della totale mancanza di regolamentazione e dal marasma per decenni ignorato dallo Stato e avvallato dalle singole Regioni. Figure fondamentali che negli anni e nelle differenze locali sono state chiamate AEC — Assistenti Educativi Culturali, alla Comunicazione — e che hanno svolto con entusiasmo e devozione mansioni educative del tutto identiche a quelle descritte nella legge 2656. Questi professionisti non possono ora, nel totale silenzio e sotto il velo di una crisi economico-culturale che prova a risparmiare fondi a discapito dei lavoratori, trovarsi nell’umiliazione di non venire riconosciuti nella proposta di legge Iori per ciò che hanno costruito finora e vivere l’umiliazione di restare senza lavoro. Questa non può essere una legge che ancora una volta disunisce, crea disuguaglianze e nasconde, dietro parole nobili come identità ed educazione, un concreto ennesimo rischio di carneficina di decine di migliaia di lavoratori professionisti.

NECESSITA’ INDISCUTIBILE DI RIDEFINIRE E RIQUALIFICARE LA FIGURA DELL’EDUCATORE:
Certo riteniamo fosse necessaria una legge che riconoscesse e qualificasse la professionalità e l’operatività delle figure educative e pedagogiche. Riteniamo valido aver stabilito che d’ora in avanti la laurea sia un requisito fondamentale per l’esercizio della professione. Ma crediamo anche sia fondamentale salvaguardare tutta una realtà professionale e una realtà di Servizi preesistente, che si è costituita in anni di esperienza sul campo e di formazione continua; da qui l’importanza di norme transitorie il più possibile inclusive e tutelanti per la continuità lavorativa e la qualità dei Servizi. Norme che siano verosimili, che tengano in considerazione l’effettiva incidenza degli anni di esperienza sul campo e delle svariate ore di formazione continua annuale nel percorso di formazione della professionalità.
Una realtà fortemente frammentata, diversificata, esternalizzata e svenduta al miglior privato offerente che per decenni non è stata istituzionalmente regolamentata non può essere oggi risolta riversando i costi e le conseguenze di questa parziale regolamentazione sui lavoratori. Dunque la proposta contenuta nella legge Iori-Binetti di un corso universitario intensivo di almeno un anno, e non meglio specificato, per riqualificare quegli operatori definiti “senza titolo”, non può essere pagato dai singoli lavoratori e lavoratrici di una categoria che tutti sanno essere sottopagata.

Chiediamo con forze che ci sia una risposta chiara ad ALTRE DOMANDE FONDAMENTALI E AD ALCUNE IPOTESI DI MODIFICA che la legge non affronta, ma che sono determinanti per la vita professionale di migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore:

Sono previsti stanziamenti di fondi straordinari per sostenere economicamente lo svolgimento dei corsi intensivi previsti dalle norme transitorie?

Come può essere sostenibile, a livello di tempo e di impegno richiesti, un corso intensivo per lavoratori e lavoratrici, con età superiore ai 35 anni, quindi con figli e famiglia, che già lavorano a tempo pieno?

Quale criterio, se non quello dell’esclusione di molti, è realmente sotteso alla scelta politica di stabilire per l’acquisizione diretta della qualifica i criteri di 50 anni d’età, 20 anni di anzianità di servizio e un contratto di lavoro a tempo indeterminato?

Nei futuri ed eventuali concorsi pubblici indetti dall’azienda ASL sarà consentita la partecipazione dei laureati in Scienze dell’Educazione (oggi esclusi) e di coloro che usufruiranno delle norme transitorie per la regolarizzazione del titolo?

Perché non prevedere un dispositivo di riqualifica professionale che prenda in seria considerazione gli anni di esperienza sul campo, la formazione acquisita e attestata nel corso degli anni di lavoro e un investimento sulla formazione continua che gli operatori hanno il diritto e il dovere di svolgere annualmente?
(Ad es. corsi annuali con ottenimento di crediti ECM, contemplati all’interno del percorso lavorativo come nel modello adottato per gli operatori del pubblico impiego?)

art.3 comma 1: “L’educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista operano nei servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali, nonché nei servizi e presidi socio-sanitari con riguardo agli aspetti socio-educativi”
Quali sono gli aspetti socio-educativi e quali quelli socio-sanitari, all’interno dell’ambito educativo di cui unicamente si sta parlando?

A quale tendenza di welfare questa riorganizzazione dei titoli di accesso alle professioni sia funzionale? Essa si muove nell’ottica di un arricchimento economico, di risorse, di valorizzazione di culture e saperi maturati in anni di cooperativismo sul campo nell’ambito degli interventi sociali, o se forse, come più probabile, non è invece funzionale alle logiche di smantellamento e privatizzazione del welfare pubblico e affiliazione alle esigenze imprenditoriali del Terzo Settore e del Mercato privatistico del sociale?
Non è forse una coincidenza che il Civil Act (riforma del Terzo Settore del governo Renzi) preveda l’ingresso del volontariato (ben 100.000 risorse umane a basso costo) per compensare la perdita (o meglio smaltimento forzato) di decine e decine di migliaia (60.000 circa) di lavoratori su cui incombe la pesante ” riorganizzazione” degli ultimi emendamenti della Legge Iori?

Noi crediamo nella costruzione di una società fondata sull’inclusione, l’uguaglianza, la solidarietà e la giustizia sociale. Vogliamo che si ponga fine alla guerra tra poveri, alla logica del dividi et impera, dello scaricare sulle spalle dei cittadini, dei lavoratori, delle fasce più deboli il prezzo di decenni di cattiva gestione istituzionale e interessi lobbistici.

#cambiamolaleggeiori

Rete Nazionale ReNOS

RESOCONTO del VII° Incontro Nazionale

  • May 18, 2016 12:37

RESOCONTO 7° Incontro Nazionale RENOS (Roma 30 aprile 2016):

1) Durante l’incontro del 30 aprile si è discusso della proposta di legge Iori, n.2656, da intendersi come testo unificato alla proposta di legge Binetti, n. 3247. Tale proposta legislativa sollecita alcune riflessioni:

Le Norme Transitorie contenute nella proposta di legge, riconoscendo il lavoro svolto come credito formativo, prevedono l’attivazione di un corso della durata di almeno un anno. Potranno usufruirne gli educatori senza titolo che abbiano almeno tre anni di attività lavorativa, anche non continuativa. Invece, coloro i quali, assunti con contratto a tempo indeterminato, abbiano più di 50 anni di età o 25 anni o più di anzianità di servizio, acquisiranno direttamente la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico. Qual è il criterio sotteso a questi parametri? Perchè 25 anni?

Inoltre, su chi far ricadere i costi del corso? Se fosse il lavoratore ad assumersi questo onere, sarebbe quasi come auto comprarsi la possibilità di continuare a svolgere il proprio lavoro. In alternativa si potrebbe considerare la possibilità della formazione continua, che per legge deve essere effettuata annualmente. Si potrebbero inoltre utilizzare fondi europei o regionali al fine di coprire i costi del corso.

Inoltre in linea con quanto già avviene in Europa, a breve le Regioni saranno obbligate a creare un sistema di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali e che consentano comunque una qualificazione professionale.

Ci si chiede se tale sistema di certificazione non possa essere uno strumento adattabile al riconoscimento del titolo di “Educatore” per coloro che con altro titolo o senza già da anni lavorano ricoprendo tale posizione.

La proposta di legge Iori pare sancire la separazione tra Educatore professionale socio-pedagogico ed Educatore professionale socio-sanitario (nonostante la stessa onorevole e prima firmataria abbia auspicato per il futuro una loro unificazione). Questa distinzione di formazione e di ruoli, che risulta essere in netta antitesi col percorso unico in vigore in ambito europeo, sancisce inoltre una sorta di superiorità del percorso sanitario rispetto a quello sociale: chi ottiene il titolo sanitario può lavorare anche in ambito sociale, ma non viceversa.

Da rilevare anche il fatto che, a livello nazionale, esistono diverse figure di Educatori che non rientrerebbero nella legge Iori. La situazione degli AEC laziali è esemplificativa. La loro designazione come Assistenti e non come Educatori li escluderebbe, ma la mansione ed il ruolo li riporta appieno all’interno della categoria di Educatori. Una volta di più si sente la necessità di rendere omogeneo, a livello nazionale, un titolo eccessivamente regionale.

2) Partendo dalle Linee guida per la progettazione dei bandi di gara per i servizi educativi, stilate dalle Educatrici/ori bolognesi e dagli Educatori uniti contro i tagli, emerge la possibilità di superare la logica dell’ “offerta più vantaggiosa”, pensata sempre in un’ottica di risparmio economico.

Esiste una forma detta “inversamente proporzionale” considerata più equa e rispettosa dei parametri qualitativi che i servizi sociali devono rispettare. Sono state 4 le sentenze in Italia che si sono pronunciate in difesa della formula “inversamente proporzionale”. Nonostante ciò molte realtà regionali applicano la formula “al massimo ribasso”, che è ancora in uso per gli appalti fino ad un milione di euro. Il nuovo testo unico degli appalti pubblici, emanato con decreto il 19 aprile del 2016, oltre a non prevedere la formula “inversamente proporzionale”, non ha realmente dato un taglio alla logica del “massimo ribasso”.

Una proposta è stata quella di inviare le Linee Guida ai vari Uffici Gare e Appalti presenti sui territori.

 

3) Quale utilizzo della Piattaforma:

Andrebbe anzitutto aggiornata in alcuni punti, pur rimanendo ancora molto attuale. Potrebbe anche essere utilizzata per chiedere il sempre atteso rinnovo del CCNL.

Link audio per approfondimenti: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-martedi-3-maggio-2016mp3

Siamo già operativi per proseguire i lavori del 7° incontro nazionale, tenetevi aggiornati.

Rete Nazionale Operatori Sociali – RENOS